Per qualche giorno l'hanno chiamata "nuova variante inglese del Coronavirus". Giorno dopo giorno, invece, si scopre che la mutazione rintracciata nel Sud dell'Inghilterra risulta già presente in varie parti d'Europa. La buona notizia è che i cambiamenti della struttura non dovrebbero alterare l'efficacia del vaccino, così come tutte le strategie terapeutiche individuate come valide al momento. Ed è questo il caposaldo su cui basare ogni ragionamento sulla questione, evitando di dare linfa a potenziali allarmismi ingiustificati. Questo nuovo virus, però, avrebbe caratteristiche legate alla diffusibilità che non lascia del tutto tranquilli anche scienziati come Fabrizio Pregliasco, che da tempo si caratterizzano per la pacatezza, la coerenza e il totale disinteresse verso la diffusione di pensieri allarmisti.

Coronavirus, Pregliasco spiega come è cambiato l'indice R0 con il nuovo virus

"I dati e le informazioni - ha detto in un'intervista video rilasciata a Libero - che ci arrivano dall'Inghilterra non sono delle migliori. Questa nuova variante ha una maggiore capacità diffusiva: 0,5 nel famoso R0, da 2,5 a 3".

Questo fa sì che il virus faciliti la sua propagazione nella popolazione, con una peculiarità sull'aspetto generazionali. "Alcune prime informazioni - ha aggiunto Pregliasco - ci dicono che forse colpisce più facilmente i giovani".

Qualora si riscontrasse una presenza sul territorio di questa variante del virus si acuirebbero le difficoltà nell'arrivare al contenimento del contagio per virus che si diffonde più facilmente.

"È una situazione - ha aggiunto il virologo - che deve assolutamente farci pensare ad una stretta, ad una grande attenzione. A farci passare delle vacanze e delle festività molto sobrie, al di là di quelli che possono essere i Dpcm ed i decreti".

Covid, Pregliasco spiega cosa fare e attendersi adesso

Più che a un lockdown Pregliasco sembra fare riferimento a comportamenti adeguati all'innalzamento del rischio.

Nel focus del virologo ci sono anche le misure messe in campo per la seconda ondata: "Con questo secondo lockdown in corso non siamo riusciti a controllare la mattia, cioè a spegnerla. Siamo si riusciti e un risultato c'è comunque stato di appiattire la curva. Non siamo arrivati ad un secondo picco, ma abbiamo creato una collina digradante in continuo miglioramento, ma non troppo.

Ed è un elemento che ci inquieta".

E sul futuro: "È probabile che ci sia una terza ondata. Dipenderà da noi. Da quanto avremo come stringenza e comportamento per ridurre i contatti. In questo momento dobbiamo considerare ogni contatto interumano a rischio. A basso rischio, ma il principio è ridurre i contatti per ridurre la possibilità di infettarci".