Nuova variante Covid e vaccino. Due temi attuali legati al topic principale del 2020: il coronavirus. A fare un quadro della situazione è stato Massimo Galli, da ospite della trasmissione L'aria che tira di La 7. L'infettivologo, direttore delle Malattie Infettive del Sacco di Milano, si è espresso rispetto alla necessità che si metta in campo una campagna informativa per sensibilizzare la popolazione a vaccinarsi, usando termini duri per tutti quei colleghi medici o infermieri che non manifesteranno disponibilità a ricevere il vaccino anti-Covid.

Galli ha, inoltre, invitato a non fasciarsi la testa per le mutazioni rilevate nel ceppo rilevato in Gran Bretagna di virus differente rispetto al tradizionale Sars-Cov2, puntualizzando però quelli che potrebbero essere scenari da tenere ben presenti rispetto alla necessità di adeguare i vaccini rispetto a possibili mutazioni.

Virus mutato, ma prima c'è da affrontare la quesitone vaccino

Il vaccino sta arrivando. Inizialmente le dosi non saranno disponibili al punto da doversi porre il problema se renderlo obbligatorio o meno. L'unico dato certo è che se non si arriverà ad una percentuale del 65-70% di popolazione vaccinata non si arriverà all'immunità di gregge. Per Galli i problemi, in questo momento, sono altri.

"Io - ha detto in relazione al vaccino - sono favorevole al fatto che arrivi, ci si organizzi e si cerchi di creare il massimo possibile dell'adesione".

"Non mi illudo - ha proseguito - che il consenso sia totale". L'infettivologo, però, preferisce che non si alimenti il dibattito. "Credo - ha rivelato - che dibattere troppo finisca per diventare uno spazio per le posizioni dei no-vax, degli esitanti, di quelli che hanno in mente cospirazione di vario tipo legate all'uso dei vaccini.

Lasciarle veramente perdere tutte queste robe qua e non dare nessuno spazio sarebbe una grandissima cosa".

"Mi sento - ha rivelato Gali - molto tollerante nei confronti dei dubbi della gente comune con la quale è giusto interagire, discutere e far capire, spiegare. Sono meno tollerante nei confronti di certe posizioni in ambito di determinate professioni, perché chi fa una professione d'ordine sanitario e chi ha degli incarichi di pubblico servizio non può permettersi di essere riluttante".

Poi arriva la stilettata nei confronti di medici e infermieri non incrini a vaccinarsi: "Chi si rifiuta deve fare un passo indietro e cambiare mestiere".

Tiene banco anche la questione legata all'efficacia del vaccino in caso di propagazione del nuovo ceppo di virus individuato in Inghilterra. A descriverne la caratteristiche è lo stesso Galli. "Nella regione Spike del virus, quella che si attacca ai recettori delle cellule umane e cruciale per la risposta immunitaria evocata da un vaccino, presenta almeno tre mutazioni particolari. Una in posizione 501 che sta proprio nel contesto del punto di interazione con i recettori umani, una nella posizione 681 con qualche possibile rilevanza e gli mancano un paio di basi in posizione 69-70".

Covid, variante e vaccino: Galli spiega la questione dal punto di vista medico

Rispetto all'ipotesi che possa inficiare i vaccini pronti ad essere amministrati su larga scala, Galli ammette: "Credo francamente di no. Devo fare un'affermazione che tiene conto di una visione probabilistica rispetto a come sono stati impostati e concepiti questi vaccini. Non mi fascerei la testa, casomai questa cosa ci dà un segnale importante".

Il riferimento è al fatto che la mutazione del virus offre chiavi di lettura da utilizzare per delineare le strategie. "Dobbiamo - ha precisato - vaccinare più rapidamente il numero massimo di persone possibili con un vaccino che sarà ancora buono".

Da parte dell'infettivologo emerge perciò l'invito ad avere solerzia nel mettere in moto una macchina organizzativa adeguata ad una vaccinazione di massa in tempi brevi, poiché nel tempo potrebbero anche emergere necessità diverse rispetto ai vaccini.

Ed è lui sesso a far capire quelli che potrebbero essere gli scenari. "Dovremo - ha rivelato l'infettivologo - stare molto attenti a quel che succede perché questa cosa, così come quell'altra riguardante quel ceppo scaturito dai visoni di allenamento in Danimarca, ci fa capire che ci sono molte condizioni che potrebbero metterci nella condizione di dover correre appresso al virus con vaccini diversi. È una logica che credo e spero riguardi un futuro non prossimo. Dobbiamo stare all'occhio."