L'unico dato prossimo alla certezza è che, prima di Natale, si avrà un nuovo Dpcm. Per il resto ci si muove nel campo delle ipotesi, tutte attendibili. O almeno lo sono tutte quelle che viaggiano in un'unica direzione: quella di una nuova stretta che scongiuri un'accelerazione del contagio da coronavirus per effetto delle feste.

Il calo è stato inferiore rispetto a quello che ci si aspettava qualche settimana fa. Ora sono essenzialmente tre i capisaldi attorno a cui si gira: la limitazione di ogni occasione di convivialità, la lotta agli assembramenti e la necessità di rendere difficili gli incontri casalinghi che, comunque, non possono essere vietati.

Ed ecco che potrebbe tornare attuale la possibilità di decretare tutto il Paese zona arancione e rossa, a seconda dei giorni. Tuttavia, per capire cosa potrebbe accadere è meglio scendere nel dettaglio.

Nel governo c'è una linea rigorista. C'è paura che l'abbassamento delle soglie di saturazione di ricoveri e terapie intensive non abbia avuto la diminuzione necessaria per affacciarsi al 2021 con un margine adeguato ad affrontare bene una possibile recrudescenza della seconda ondata o l'inizio di una terza.

E c'è un esempio che non si vuole seguire. Il Veneto, grazie ad una sanità robusta e ad una situazione epidemiologica non preoccupante, è stato in zona gialla sin dalla tripartizione del Paese in tre colori.

Negli ultimi giorni si sta assistendo a un'evoluzione della situazione dove i dati si stanno facendo preoccupanti. Quello che ne potrebbe conseguire è che l'Italia, complici anche le feste di mezzo potrebbe trovarsi a vivere un'evoluzione simile. L'essere interamente zona gialla e lasciare le cose inalterate fino all'Epifania preoccupa e probabilmente si arriverà ad evitarlo.

Tra le parti chiamate a decidere o comunque a fornire un parere che può orientare la scelta del governo sembra non esserci convergenza. C'è chi vorrebbe una serrata in stile Germania, altri ritengono si possa dosare in maniera diversa la portata delle restrizioni. Una volta trovata l'intesa toccherà ancora una volta a Giuseppe Conte spiegare alla nazione i motivi della direzione intrapresa e l'illustrazione di un nuovo Dpcm.

Dcpm: possibile uso di zona rossa ed arancione alternati

Si dovrà perciò arrivare a un equilibrio che possa consentire di mettere a punto misure che, ad esempio, non generino danni nei confronti di quelle attività che possono beneficiare come ossigeno per i polmoni dello shopping natalizio.

Si sta, quindi, facendo strada l'ipotesi che da dopo il 20 dicembre al 6 gennaio tutto il Paese possa restare in zona arancione. In sostanza chiuderebbero bar e ristoranti, ma i negozi al dettaglio, anche se non essenziali, resterebbero aperti.

Il vero divieto sarebbe quello di oltrepassare i confini comunali e questo potrebbe evitare che si creino assembramenti significativi nei grandi centri urbani con afflussi provenienti dagli hinterland.

Chiusure bar e ristoranti sempre più vicine

E sembra davvero passato un secolo rispetto al fatto che solo qualche giorno fa c'erano discussioni sulla possibilità di cancellare il divieto di spostamento intercomunale previsto dal Dpcm per i soli giorni festivi.

Per le date segnate in rosso sul calendario si va verso una stretta significativa.

Nei giorni in questione come vigilia (anche se non è festivo ufficialmente), Natale, Santo Stefano e Capodanno l'Italia potrebbe diventare interamente zona rossa. Considerato che praticamente tutte le attività sarebbero chiuse in quelle date si avrebbe un autentico lockdown circoscritto alle giornate festive.

La scelta non andrebbe ad impattare in maniera totale sulle attività economiche, tenuto conto che si tratterebbe di date dove buona parte del tessuto produttivo sarebbe stato ugualmente a riposo.

Non si potrebbe, perciò, neanche circolare. Di fatto sarebbe più che un invito a trascorrere le feste solo con i conviventi, dopo la forte raccomandazione presente nel Dpcm in vigore dal 4 dicembre.

Un'altra questione rilevante riguarda il coprifuoco. Il divieto di circolazione, mai venuto meno, potrebbe essere esteso con una partenza fissata addirittura alle 18 o alle 20. Finirebbe alle 5, con l'eccezione di Capodanno (stop alle 7 per il divieto circolazione in quel caso)

Da valutare come un provvedimento del genere impatterebbe per le questioni legate alla messa di Natale. Di sicuro sarebbe un deterrente importante per le reunion casalinghe anche all'interno degli stessi comuni, ove venisse decretata zona arancione per tutto il periodo delle festività natalizie.