La tensione Politica tra Russia e Ucraina sta nuovamente salendo. Da fine marzo la Russia ha iniziato a concentrare truppe e mezzi militari presso il confine orientale dell'Ucraina e nella regione della Crimea, che venne riannessa da Mosca nel 2014 a seguito di un Referendum che si tenne il 16 Marzo.

Il neo presidente americano Joe Biden, ieri sera ha telefonato il Capo del Cremlino, Vladimir Putin, per discutere delle tensioni e dei nuovi scontri tra le forze filo russe e quelle ucraine. Durante il colloquio, il rappresentante della Casa Bianca ha esortato ad allentare le tensioni, in quanto in caso contrario ci sarebbe un intervento forte e deciso delle truppe americane a sostegno di quelle ucraine.

Non solo gli USA, ma anche la NATO è preoccupata dall'evolversi degli eventi.

Il Segretario Generale si è detto infatti molto preoccupato dalla mobilitazione russa verso i confini ucraini, definendo tale comportamento non solo preoccupante, bensì ingiustificato e inspiegabile. La controparte sovietica è invece insensibile alle richieste che le provengono da più parti e anzi ritiene la NATO colpevole di aver trasformato l'Ucraina in una sorta di polveriera e ritiene che il governo di Kiev continui a ricevere armi dall'Occidente e si dichiara pronta, in caso di intervento militare, a difendere in tutti i modi i propri concittadini residenti nella regione del Donbass; in tutta risposta gli Stati Uniti in questi giorni stanno inviando due cacciatorpediniere nelle acque del Mar Nero.

L'importanza geopolitica della Crimea

La regione della Crimea ha sempre avuto una grande importanza e un occhio di riguardo per via della sua storia. Tuttavia, le tensioni che oggi ci sono tra Russia e Ucraina per questa regione sono date dal fatto che la regione è situata in una posizione strategica.

Uno dei luoghi focali della questione è la città di Sebastopoli, che venne rifondata nel 1783 per volere dell'imperatrice Caterina II che ne fece sede della Flotta del Mar Nero.

La base di Sebastopoli è fondamentale per la Russia, in quanto permette un veloce sbocco non solo nel Mediterraneo, ma anche ai Balcani e nel Medio Oriente. L'importanza di avere una base dislocata in un punto così strategico, fa diventare la città fondamentale non solo dal punto di vista della logistica militare ma permette anche che circa il 30% delle esportazioni russe passi da questo punto nevralgico.

Ecco che gli ultimi avvenimenti di questi giorni, l'avanzata di truppe russe vicino al confine ucraino può essere vista come una triplice sfida.

La triplice sfida russa

Gli ultimi accadimenti, vengono visti dalla maggior parte degli esperti geopolitici come una sfida che Vladimir Putin vuole lanciare. Ma a chi?

Innanzitutto, in primis, ai vicini di casa ucraini, che per rispondere alle manovre russe stanno ammassando truppe nella regione del Dombass. Collegato a questo punto, e questa risulta essere la seconda sfida, vi è la Turchia di Erdogan, che non solo non hai mai riconosciuto l'annessione russa, ma offre aiuto, dotando gli ucraini di droni d'attacco. Proprio l'uso di tali droni potrebbe giustificare un attacco di matrice russa, in quanto tale legittimità ricadrebbe nella protezione dei cittadini russi, anche se residenti all'estero, così come previsto dalla costituzione.

Il terzo guanto di sfida, sarebbe nei confronti degli Stati Uniti, che al momento si stanno muovendo dietro le quinte, ma stanno compiendo gesti simbolici importanti e non casuali. Tale è il caso di un colonnello americano, che pochi giorni fa si è recato nella regione del Donbass, per omaggiare un noto esponente di un gruppo paramilitare ucraino.

La situazione in Donbass

Anche la situazione nel Donbass, non accenna a placarsi. Negli ultimi giorni v'è stata un intensificazione dell'azione militare. Il Donbass al contrario della Crimea si è autoproclamata annessa alla Russia. L'intensificazione dell'azione militare dell'ultimo periodo è stata giustificata dal governo russo come atto dovuto in seguito alle azioni definite provocatorie avvenute nel territorio evitando inoltre il massacro dei russofoni.

Secondo il portavoce russo la situazione nella regione è molto instabile. Tuttavia tale dichiarazione risulta essere molto azzardata e pericolosa, tanto da mettere gli USA in allarme; i maggiori organi di stampa americani rilanciavano la possibilità che Washington autorizzasse l'invio di navi da guerra nel Mar Nero, come sostegno al governo ucraino.

Possibili risvolti geopolitici

Queste manovre sia da parte americana che da parte russa, sarebbero volte a ricreare una nuova cortina di ferro, che al momento vede gli Stati Uniti nettamente in vantaggio, visto anche la propria influenza diplomatica e militare. Le manovre per tale opera sono già iniziate, basti pensare al nuovo corridoio ferroviario tra Polonia e Romania, finanziato dagli americani.

Un ultimo importante punto, per evitare che la situazione degeneri, vi è il fatto che nonostante i vertici tenutosi negli ultimi giorni, l'Ucraina non entrerà a far parte della NATO, in quanto sarebbe sia poco funzionale agli obbiettivi statunitensi, sia uno smacco pericolo nei confronti della Russia, che si sentirebbe così legittimata a continuare nelle proprie azioni.

Breve storia della Crimea

La Crimea è una regione storica. Durante la sua storia, questa regione situata sulle sponde del Mar Nero, è stata abitata da popolazioni tanto diverse tra loro, che hanno lasciato importanti testimonianze artistiche, archeologiche ma anche culturali. Una delle popolazioni più importanti che si sedentarizzarono nella regione furono i tatari, che crearono il cosiddetto Khanato di Crimea, esistito dal 1441 sino al 1783, anno in cui venne annesso dalla Russia.

Da questa data in poi, la regione iniziò ad assumere un'importanza sempre maggiore nella politica e nella cultura russa.

Dopo la Prima Guerra Mondiale, entrò sotto il controllo della RSFSR(Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa), e la sua popolazione visse un periodo duro quando nel 1944 ci fu la deportazione dei tatari, accusati di collaborare con gli invasori.

Tutte queste vicissitudini storiche, portano la regione della Crimea ad avere tendenze indipendentiste, già prima della dissoluzione dell'URSS. Nel 1991, attraverso un Referendum, la Crimea si autoproclama repubblica autonoma, costringendo nel 1992 il Parlamento russo ad approvare una risoluzione per dichiarare tale atto illegale, infiammando ancora di più il separatismo russo nella regione.