In Perù e - non solo - vi è grande attesa per il risultato del secondo turno delle elezioni presidenziali che si sono tenute domenica 6 giugno. Ci sono voluti cinque giorni prima che lo scrutinio venisse completato ma, nonostante ciò, l'esito non è ancora considerato ufficiale.
Secondo gli ultimi dati, l'attivista di sinistra Pedro Castillo ha vinto la tornata elettorale con uno scarto minimo - si parla di circa 60.000 voti - nei confronti della rivale della destra populista Keiko Fujimori. La distanza ridotta e le accuse di brogli elettorali stanno causando il ritardo nella proclamazione del nuovo presidente.
Chi sono Pedro Castillo e Keiko Fujimori
Pedro Castillo, 51 anni, è laureato in psicologia dell'educazione ed è un ex insegnante. Leader del partito Perù Libero, di ispirazione marxista, ha basato la sua campagna elettorale sulla lotta di classe tra ricchi e poveri, promettendo in caso di successo l'eliminazione delle disuguaglianze presenti nel Paese. Gli altri punti chiave del suo programma sono stati i seguenti: l'espansione del controllo statale sull'industria e la nazionalizzazione delle attività di estrazione mineraria, con un sistema di tassazione maggiore per gli investitori stranieri. Inoltre un piano di investimenti nel settore scolastico e nella sanità.
Keiko Fujimori, 46 anni, è figlia di Alberto Fujimori, ex presidente del Paese andino dal 1990 al 2000, conosciuto per aver governato il paese in maniera autoritaria.
Leader del partito popolare di destra, Fujimori si è candidata per la terza volta alla carica di presidente dopo le elezioni del 2011 e del 2016 dalle quali è sempre uscita sconfitta. In carcere con l'accusa di riciclaggio di denaro sino al 2020, una delle prime azioni che farebbe da presidente sarebbe la scarcerazione del padre, condannato a 25 anni per corruzione e violazione dei diritti umani perpetrati durante la sua presidenza.
Nel corso della sua campagna elettorale, Fujimori ha accusato Castillo di avere dei contatti con i militanti del gruppo terroristico di estrema sinistra, Sendero Luminoso, accusato di aver ucciso 16 persone in una rappresaglia avvenuta il 23 maggio. La leader di destra ha basato il suo programma soprattutto sull'ordine e la sicurezza del Perù.
Le accuse di brogli e un risultato che tarda ad arrivare
Già durante la campagna elettorale, i due leader politici si sono scambiati accuse su possibili brogli, pur affermando che avrebbero rispettato il risultato delle urne.
L'esito del voto ha decretato la vittoria del leader di sinistra Castillo, ma il suo successo non è stato ancora ufficializzato perché Fujimori ha messo in dubbio la validità di circa 200.000 schede, sostenendo che ci siano state delle irregolarità atte a favorire l'avversario politico.
La leader di Forza Popolare ritiene che la maggior parte delle irregolarità siano avvenute nelle zone rurali del Perù.
Importante pronunciamiento de 17 expresidentes por la democracia latinoamericana. La elección no ha terminado aún. Seguiremos defendiendo el legítimo derecho de millones de peruanos hasta el último voto. https://t.co/sUf1tvTSkZ
— Keiko Fujimori (@KeikoFujimori) June 10, 2021
Estimados/as hermanos/as: agradezco a quiénes siguen resistiendo en las calles. No caigamos en provocaciones de quienes quieren ver este país en el caos. Por ello, hacemos un llamado de paz y tranquilidad. Sigamos firmes y alegres en esta lucha final que es de todos los peruanos.
— Pedro Castillo Terrones (@PedroCastilloTe) June 10, 2021
Il presidente in pectore, dunque, potrebbe essere costretto ad attendere qualche settimana prima di poter festeggiare.
Le accuse di brogli sembrano poco concrete, poiché diversi osservatori internazionali hanno già riportato di non aver rilevato alcuna infrazione, e hanno fatto i complimenti alle autorità elettorali peruviane per il modo in cui sono state organizzate le elezioni.
Quale futuro per il Perù?
A prescindere dal risultato delle elezioni, il prossimo presidente del Perù dovrà innanzitutto cercare di abbassare i toni per puntare su nuove alleanze, senza le quali sarebbe alquanto complicato formare un governo stabile. Inoltre vi è un'altra sfida importante, giacché il nuovo presidente dovrà fare i conti con un Paese diviso e scontento a causa della crescente disoccupazione e delle profonde disuguaglianze presenti nella società.
Un ostacolo che ha contribuito a creare una certa instabilità nel Paese e nella vita politica è stato il susseguirsi di presidenti accusati di frode e corruzione. Tutto ciò ha provocato sfiducia nella classe politica che sarebbe incapace di operare per il bene del Perù che, invece, avrebbe bisogno di ingenti investimenti soprattutto nel campo sanitario.