Si avvicinano le elezioni politiche del 25 settembre per il rinnovo del Parlamento. Fra le liste che si presentano a questa tornata elettorale c'è quella formata da Sinistra Italiana ed Europa Verde, formazione guidata da Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, che fa parte della coalizione di centrosinistra, assieme a Pd, +Europa e Impegno Civico.
In Emilia-Romagna, nel collegio plurinominale P02 di Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini, sarà candidato al Senato della Repubblica per SI-Verdi anche Fausto Tomei, classe '72 bolognese, che Blasting News ha intervistato in esclusiva.
Intervista a Fausto Tomei
Tomei, sappiamo che lei da anni si impegna sui temi ambientali, cosa la spinge ora a candidarsi e quale sarebbe la prima legge che vorrebbe far approvare?
"Io lavoro all'Osservatorio Clima dell’Emilia-Romagna, da oltre un decennio avvisiamo di quanto il clima stia cambiando nella nostra Regione, con trend anche più preoccupanti rispetto al resto del pianeta, in particolare nelle temperature massime estive e nella frequenza delle ondate di calore e dei periodi di severa carenza idrica. È un problema che accomuna tutta la comunità scientifica: da oltre 30 anni sono note le conseguenze delle nostre emissioni fuori controllo di gas climalteranti, eppure si è fatto pochissimo per risolvere questa catastrofe, a differenza di quanto sia stato fatto per altre emergenze planetarie quali il buco dell'ozono o la pandemia.
Solo ora, di fronte a impatti sempre più evidenti e devastanti, l'opinione pubblica comincia a mobilitarsi, eppure una parte della Politica ancora continua a negare o minimizzare il problema. Ritengo fondamentale impegnarsi in prima persona per chi ha a cuore le sorti dell'unico pianeta che abbiamo, per una qualità dignitosa della vita delle prossime generazioni, ma anche della nostra, nei prossimi anni.
La prima legge da approvare non è una singola legge, ma un piano organico ed emergenziale, per azzerare le emissioni il prima possibile. È una impresa titanica che richiede uno sforzo di tutta la comunità: transizione all'elettrico di tutti i consumi (riscaldamento, produzione industriale, mobilità) e contemporaneamente transizione alle energie rinnovabili di tutta la produzione elettrica.
Abbiamo un mix di risorse nel nostro paese, tra sole, vento, acqua, mare e geotermia, per cui saremmo tra i paesi più avvantaggiati in questa sfida, eppure siamo fermi sotto al 40%. Come dimostra l'esempio del Portogallo, che in pochi anni è arrivato al 60% e ora punta al 100%, questo non va assolutamente a detrimento dell'economia e dello sviluppo industriale, anzi: i costi energetici crollano, la tecnologia galoppa, l'economia cresce. Chi rimarrà ancorato al fossile è destinato alla povertà, oltre a essere colpevole del disastro".
Quali sono le vostre altre priorità programmatiche e battaglie che vorreste portare dentro al Parlamento?
"La giustizia climatica va di pari passo con la giustizia sociale.
Qualcuno scherza che la lotta per il clima senza lotta di classe è giardinaggio: è una battuta ma c'è un fondo di verità. Serve uscire dallo sfruttamento che è diventato la norma del lavoro in questo paese per le nuove generazioni: salario minimo, incentivi/disincentivi sul modello spagnolo (il lavoro precario deve costare più dell'indeterminato), difendere e potenziare stato sociale, sanità e scuola pubblica. È fondamentale rivedere il sistema di tassazione patrimoniale: abolire IMU e imposte di bollo sui prodotti finanziari, che non sono progressive, e impostare una patrimoniale unica e progressiva, che faccia pagare nulla a chi nulla, poco alle classi medie, tanto a chi ha tanto".
In Francia la sinistra e i verdi sono nella coalizione radicale di Melenchon, che rappresenta la principale opposizione a Macron.
Come mai invece qui in Italia una sinistra di quel tipo fa fatica ad affermarsi fra gli elettori?
"In Francia il quadro politico è assai diverso dal nostro, perché Macron è riuscito nella operazione tentata senza successo da Renzi in Italia: svuotare i socialisti e creare un grande partito di centro. Questo ha liberato il campo a sinistra che è stato occupato da Melenchon, personaggio che peraltro non amo particolarmente, perché ha un fondo di populismo in cui non mi riconosco, io sono assai più pragmatico e governativo: le cose vanno fatte, non sbandierate. In Italia abbiamo due grandi partiti saturi di contraddizioni al loro interno, che finché non saranno risolte bloccheranno la crescita di una vera forza eco-socialista: la prima è il PD, che dalla nascita ha due anime al suo interno, questo si ripercuote pure sulle nuove generazioni di amministratori, i nativi dem, che rispecchiano una o l'altra anima.
Con una delle due anime si dialoga e si lavora molto bene, con l'altra no. La seconda sono i 5 Stelle, che hanno sbandierato per anni il loro non essere di sinistra o destra, come se fosse un punto di forza, e non una enorme debolezza per il paese e per la sinistra da cui pescano lo zoccolo duro dei voti. Io penso che un bagno di opposizione farà bene a entrambe le forze: probabilmente riusciremo a creare solo post-elezioni quel "campo largo" che doveva essere costruito prima, che corrisponde al campo di sinistra che manca in Italia. Noi di Sinistra Italiana li aiuteremo ben volentieri, siamo abituati all'opposizione avendo governato solo un anno negli ultimi 15, nel governo Conte II, aiutando il paese a reggere l'urto della pandemia".
Se eletti quali rapporti avrete con le altre forze politiche che vogliono rappresentare le istanze sociali, come Unione Popolare e Movimento 5 stelle? Non era possibile avere con essi un apparentamento già alle elezioni?
"Come detto prima, penso che con Pd e 5 stelle, nel bagno purificante di opposizione in parlamento, si creerà finalmente un "campo largo" di sinistra. Conte ha definitivamente schierato il suo partito a sinistra, almeno a parole, deve essere consequenziale dopo. Quindi mi aspetto a trovarlo al nostro fianco nelle barricate contro la destra, nelle battaglie per i diritti, il clima, la giustizia sociale. Il Pd invece affronterà la successione di Letta, che sarà travagliata e penso risolutiva per lo svolgimento delle sue due anime.
Molti si aspettano una vittoria di Bonaccini e quindi dell'anima centrista, io sono invece certo, conoscendo tanti militanti e amministratori, che prevarrà l'anima a sinistra, grazie in particolare a due donne: la presidente del partito Valentina Cuppi e una nativa dem di sinistra e "di razza", al suo rientro nel partito: Elly Schlein. Non è stato possibile fare prima questa aggregazione, che noi abbiamo chiesto con forza, l'unica in grado di battere le destre, per gli errori mostruosi di due politici, che hanno e porteranno per sempre la responsabilità terribile di questa sconfitta: Enrico Letta e Giuseppe Conte. Unione Popolare, infine, è un cartello elettorale a cui auguro fortuna, ma so benissimo come andrà a finire, il 26 settembre, come in tutti gli altri casi precedenti.
Conosco molti dei compagni che ne fanno parte, il loro problema è non avere una visione politica e strategica che non sia attaccare duramente ogni giorno il PD e i suoi alleati (che siamo noi). Segnalo solo che Giorgia Meloni non ha certo superato la Lega, continuando ad attaccare quotidianamente Salvini".