Sono ore calde in Francia per quanto riguarda l'innalzamento dell'età pensionabile annunciato dalla prima ministra Elisabeth Borne e voluto dal presidente Macron. La riforma prevede che a partire da settembre 2023 l'età necessaria per lasciare il lavoro aumenterà di tre mesi ogni anno. In questo modo nel 2030 l'età necessaria sarà di 64 anni. Il governo prevede di varare la riforma in maniera ufficiale il 23 gennaio.
La riforma nel dettaglio
Oltre al graduale aumento dell'età pensionabile la riforma delle Pensioni prevede la cancellazione della maggior parte dei regimi speciali che riguardano notai, dipendenti bancari e industrie che si occupano di energia e gas.
43 saranno gli anni di contributi necessari per ottenere una pensione piena sin dal 2027. Prevista inoltre un'agevolazione per tutti quei lavoratori che entro i 20 anni hanno versato contributi per almeno 5 trimestri: andranno in pensione a 62 anni invece che a 64. Le pensioni minime saranno invece portate a 1200 euro per tutti i pensionati.
Le spiegazioni del governo: più soldi nel welfare e un sistema più equo
"Un progetto che permette di equilibrare il sistema pensionistico e non aumentare il deficit, evitando così un aumento massiccio di tasse", afferma il primo ministro Borne per giustificare la riforma. Il secondo argomento del governo a difesa delle sue azioni deriva dal fatto che mantenere il bilancio statale in ordine permetterebbe maggiori investimenti nel welfare, nello specifico in settori quali istruzione e sanità.
Oltre al primo ministro è intervenuto anche il ministro dell'economia Bruno Le Maire, il quale ha specificato che nel 2030 è previsto un risparmio di 17,7 miliardi complessivi.
Ira di sindacati e opposizione
Durissima è stata la reazione delle opposizioni con Rassemblement National di Marine Le Pen che ha già annunciato una dura battaglia parlamentare.
La figlia di Jean-Marine Le Pen ha infatti espresso tutta la propria contrarietà attraverso un tweet, accusando Macron di non offrire prospettive di vita dignitose ai francesi. Sulla stessa linea d'onda la coalizione di sinistra radicale Nupes e i principali sindacati nazionali. Force Ouvrière e CFDT attraverso i loro rappresentanti Frédéric Souillot e Laurent Berger hanno infatti annunciato che il 19 dicembre si terranno scioperi e manifestazioni in tutto il paese.
La giornata di proteste organizzata dai sindacati per dire no all'aumento dell'età pensionabile ha fatto registrare subito l'adesione da parte di tutti i partiti di sinistra, dai socialisti ai verdi passando per diversi esponenti comunisti.