Giorgia Meloni, nella giornata del 2 giugno, ha preso una posizione abbastanza netta in merito ai referendum abrogativi che domenica 8 e lunedì 9 giugno chiamerà alle urne oltre 50 milioni di italiani. La premier, così come i principali esponenti della maggioranza di governo, sta cercando da settimane di boicottare l'appuntamento elettorale, con quattro quesiti che vertono sul lavoro e uno sulla cittadinanza. E ora, in occasione della celebrazione della Festa dell Repubblica a, fa una dichiarazione che potrebbe comunque scatenare le polemiche politiche.
Le parole di Giorgia Meloni
"Vado a votare ma non ritiro la scheda, è una delle opzioni". Con queste parole quest'oggi si esprime la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. La premier ha detto che andrà a votare, ma non ritirerà la scheda, sottolineando che si tratta di una delle opzioni possibili una volta che ci si reca alle urne.
Lo ha dichiarato ai giornalisti mentre arrivava in via dei Fori Imperiali in occasione delle celebrazioni del 2 giugno. Il riferimento era ai referendum dell’8 e 9 giugno sui cinque quesiti proposti da Cgil e Radicali. La premier è stata accolta da applausi e incoraggiamenti durante la cerimonia per la Festa della Repubblica e si è anche fermata a scattare alcune foto con una bambina.
Cosa succede se non si ritira la scheda
Le parole di Meloni esprimono una possibilità che esiste da sempre per gli elettori italiani. I referendum abrogativi dell’8 e 9 giugno riguardano temi come i licenziamenti, il precariato, la sicurezza sul lavoro e la cittadinanza. I risultati saranno considerati validi solo se si raggiunge il quorum, cioè se partecipa al voto almeno il 50% più uno degli elettori aventi diritto. Ogni quesito ha una scheda separata e il quorum si calcola in modo distinto per ciascuno.
Esiste infatti la possibilità che alcuni quesiti referendari raggiungano il quorum mentre altri no. L’elettore può scegliere infatti di ritirare solamente alcune delle cinque schede o anche solamente farsi registrare al seggio senza prenderne nessuna delle cinque.
In questo caso, il voto infatti non verrà conteggiato ai fini del quorum. Le schede bianche o annullate, invece, vengono comunque conteggiate e partecipano al computo del quorum.
Quando l’elettore rifiuta la scheda
Il Ministero dell’Interno precisa che, quando un elettore rifiuta la scheda e chieda che la propria astensione venga messa a verbale, il presidente del seggio provvederà a registrare la richiesta in modo sintetico e rapido, in modo da non rallentare le operazioni. Verranno annotate nel verbale le generalità dell’elettore, le motivazioni del reclamo o della protesta, ed eventualmente saranno allegati eventuali documenti scritti che l’elettore desidera consegnare.
Il ministero ha inoltre chiarito un altro elemento: chi rifiuta tutte le schede non deve essere incluso nel conteggio dei votanti della sezione.
E sulla sua tessera elettorale non verrà apposto il timbro della sezione, il quale certifica, secondo la normativa di legge, l’effettiva partecipazione al voto. Una dichiarazione mirata quella di Meloni, che scatenerà senza ombra di dubbio molte polemiche e reazioni.