La proposta di introdurre una settimana lavorativa di quattro giorni per i deputati è stata avanzata dal Ministro dei Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani ai capigruppo. Questa iniziativa, se sarà approvata, annullerebbe una decisione presa nel 2008 dall'allora Presidente della Camera, Gianfranco Fini.

Venerdì libero per i parlamentari

L'idea di una "settimana corta" per tutti in Parlamento è lontana dalla realtà, a meno che questa non si limiti al venerdì libero per i soli deputati. Come anticipato da Repubblica Ciriani avrebbe ventilato questa possibilità durante l'ultima riunione con i capigruppo alla.Camera.

Secondo la proposta, quattro giorni, dal lunedì al giovedì, sarebbero sufficienti per sbrigare gli impegni governativi e legislativi, e le interpellanze rivolte ai membri del governo, attualmente fissate di venerdì, potrebbero in questo modo venir anticipate al giorno precedente. Attualmente non si è aperto un vero e proprio dibattito e non si esclude che la proposta possa piacere.

Una situazione di fatto già esistente

In realtà, come evidenziato da Repubblica, questa mossa servirebbe a formalizzare una situazione che è al momento già di fatto esistente. Le sessioni pre-weekend infatti sono spesso e volentieri quasi deserte, con soltanto un piccolo gruppo di deputati e qualche sottosegretario che frequentano l'aula, mentre il resto dei seggi rossi attualmente rimane vuoto.

Nel 2008, l'allora Presidente della Camera Gianfranco Fini aveva deciso di spostare le interpellanze del governo proprio alla giornata di venerdì in modo da impedire la dispersione dei parlamentari nel fine settimana. Fini all'epoca sosteneva che i parlamentari avrebbero dovuto lavorare di più, ma di fatto nel calendario dei lavori molto spesso l'agenda della settimana si conclude il giovedì pomeriggio.

Il ministro Ciriani nella sua proposta ha ora ipotizzato, di fronte ai capigruppo alla Camera di spostare le interpellanze alla giornata di giovedì visto che risulterebbe problematico garantire la presenza di venerdì per quanto riguarda ministri e sottosegretari.

In pratica dunque le questioni di fiducia o le leggi urgenti sarebbero preferibili nel periodo infrasettimanale, perché nelle 24 ore prima del weekend non si sa mai che cosa possa accadere.

Al momento, la settimana corta rimane solo una proposta da parte di un esponente del governo Meloni, ma per ora non si sono espressi i partiti di maggioranza e nelle prossime riunioni se ne discuterà ancora. La settimana corta potrebbe nel concreto aprire nuove prospettive ma sicuramente non mancherebbero critiche e polemiche.