Il Terminal 3 dell'aeroporto di Fiumicino non verrà riaperto. Almeno fino a bonifica completata. Sono ancora molto attivi, infatti, i fattori contaminanti dovuti all'incendio del 7 maggio scorso che ha in parte distrutto il terminal internazionale dello scalo romano. A riferirlo, la terza relazione dell'Istituto Superiore di Sanità.

Secondo tale relazione, infatti, lo "stato di salute dell'aria" nelle zone interessate dal rogo non è ancora sicuro, né per i dipendenti né per i passeggeri. Il rapporto, consegnato il 26 giugno al ministro della Salute, giunge all'indomani di un'altra decisione importante, ovvero quella relativa al dissequestro del molo D, l'area maggiormente interessata dall'incendio.

Cosa dicono gli esperti

Le analisi eseguite dal Dipartimento Ambiente dell'Istituto di Sanità, rilevano fattori contaminanti in misura maggiore alle soglie di sicurezza. E, in effetti, proprio nei giorni scorsi, con la riapertura di alcuni locali dell'aeroporto, si era tornato a respirare un odore acre e insopportabile. Come spiega una nota rilasciata dall'Iss, "si rileva il permanere di una sorgente di contaminazione". Si riferisce ad alcuni elementi inquinanti, come il PCDD, il PCDF ed il PCB. Sebbene questi, si aggiunge, non costituiscano in alcun modo gravi rischi per la salute delle persone, tuttavia l'esposizione a tali sostanze deve essere ridotta quanto prima.

Pericolo per le persone.

"L'esposizione umana a queste sostanze", come segnala ancora la relazione, deve essere ridotta tempestivamente. Gli esperti, al riguardo, si mostrano rassicuranti, ma una riapertura del terminal in tali condizioni è per il momento esclusa. Per tale motivo, e per un idoneo adeguamento ai parametri vigenti dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, la riapertura dovrebbe far seguito ad una tempestiva procedura di bonifica eliminando, in particolare, la fonte inquinante "con modalità che impediscano la diffusione della contaminazione".

Sarà solo in seguito alla bonifica totale del Terminal 3 che allo scalo romano sarà consentito di tornare alla piena operatività. Quella, per intendersi, che preoccupa quanti vi lavorano e, notizia dei giorni scorsi, anche Alitalia. Nel rapporto si legge, inoltre, che si sta proseguendo il monitoraggio delle aree contaminate e questa attività verrà estesa anche alle zone attualmente poste sotto bonifica e, in un secondo momento, anche alle aree dell'aeroporto non colpite dall'incendio.

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