Il Comune di Roma starebbe pensando di introdurre un bonus multe rivolto ai suoi vigili urbani. In soldoni, ogni vigile potrebbe riscuotere uno stipendio maggiore se dovesse comminare un determinato numero di sanzioni. L'idea del bonus multe era già stata lanciata da Ignazio Marino ma, durante la gestione del prefetto Tronca, era stata accantonata. In questi ultimi giorni, però, il sistema che premia i vigili più solerti sta cominciando a "stuzzicare" anche l'amministrazione Raggi. Federconsumatori Lazio, da parte sua, ha provveduto tempestivamente a contestare quest'eventuale provvedimento perché, inevitabilmente, andrebbe a discapito dei cittadini.

Bonus multe: misura impopolare per Federconsumatori Lazio

Più multe commini e più soldi intaschi. È questo, in sostanza, il criterio su cui si andrebbe a fondare la nuova misura che il Comune di Roma vorrebbe introdurre. Un sistema che andrebbe a premiare i vigili in grado di redigere un alto numero di verbali nei confronti di automobilisti indisciplinati. Federconsumatori Lazio è contraria a tale sistema perché andrebbe a ledere i diritti dei cittadini romani.

L'associazione, infatti, ritiene che con tale bonus il Comune riverserebbe sulla gente l'incapacità di gestire il personale della Polizia municipale. Negli ultimi tempi, lo stipendio dei vigili è diminuito quindi, secondo Federconsumatori Lazio, il Campidoglio, con questa misura decisamente impopolare risolverebbe il problema del salario da versare agli agenti di Polizia municipale.

C'è il rischio però che questi ultimi, spinti dalla brama di guadagnare di più, applichino in modo eccessivamente severo e spregiudicato il codice della strada. Con il bonus multe, infatti, verrebbero certamente inflitte copiose sanzioni e, di conseguenza, aumenterebbero le contestazioni dei cittadini.

Luigi Agostini invita il Campidoglio alla riflessione

Il presidente di Federconsumatori Lazio, Luigi Agostini, invita il Campidoglio a riflettere prima di introdurre il bonus multe, perché si rischia un vero e proprio "ingorgo" del sistema. A fronte di un ingente numero di verbali redatti, infatti, seguirebbe un ulteriore incremento delle contestazioni.

Agostini ha sottolineato che un pubblico ufficiale non può svolgere la propria professione per scopi personali, in quanto violerebbe il principio di imparzialità e terzietà nell'attuazione del Codice della Strada. Secondo il numero uno dell'associazione laziale, questo provvedimento rischierebbe di aprire la strada a numerosi casi di corruzione.