Crazy, la mostra sulla follia nell’Arte contemporanea di Danilo Eccher, irrompe a Roma presso il Chiostro del Bramante, in via della Pace. L'esposizione sarà visibile fino all'8 gennaio 2023.

Si tratta di 15 installazioni, realizzate da 21 artisti internazionali, affiancate da citazioni letterarie, colori e happening. Obiettivo di fondo è quello di superare tabù e sondare inedite espressioni: un rendez-vous tra creatività e psicoanalisi, specchi, materia, nastri e fibre cangianti.

Installazioni inedite all'interno della mostra

Adagiati sul pavimento, nell’atrio del chiostro, vi sono gli specchi dell’artista Alfredo Pirri: rotti, imperfetti, incompleti e calpestati, essi si stagliano nella luce naturale del sole e nel candore dello spazio, creando una visione ultraterrena.

Nelle prime stanze si dipanano da uno squarcio nel soffitto, come a simulare un cervello tridimensionale, i grovigli di nastri isolanti di Thomas Hirschhorn, mentre l'opera di Janet Echelman ci inebria con delle fibre iridescenti.

L'artista Anna Hardy apre una finestra sulla volta di un soffitto, come ad indicare uno sguardo verso le stelle, offrendo una via di fuga alla noia.

Le luminare, poggiate a terra di Massimo Bartolini,sembrano una festa patronale o una città piena di luce o - perchè no - percorsi colorati, di radiazioni luminose della mente ricca di pensieri ad intermittenza che corrono da un led A ad uno B.

La metafora della follia nell'arte va scena

Dopo il rimbalzo di luci, il visitatore viene sorpreso dal silenzio dei pannelli di Lucio Fontana, privi di confini.

Solo uno squarcio nel muro, i laceri dell’artista, indicano una via possibile di evasione.

Nella stanza successiva le sculture in cera dei fiori di Petah Coyne: un giardino dalle forme sofisticate, bouquet vivaci e immobili, rincuorano il visitatore.

Molto stravagante è la sala dell’artista Tobias Rehberger, allestita con conserve di pesce, una specie di reparto di un minimarket: miriade di scatolette di tonno in serie mostrano la vacuità del consumismo e di un mondo vittima di sé stesso a causa dello sfruttamento intensivo delle risorse marine.

L'installazione di Sun Yuan & Peng invece stupisce con un pensatoio. Due persone sedute in un sofà, conversano amabilmente, anche se sono raffigurate con dei macigni al posto della testa. Delle scale immerse in uno sciame di farfalle portano ai piani superiori: un soffio vitale di lepidotteri su cartone nero, in varie posizioni, introducono il mondo del visibile ed invisibile, autore Carlos Amorales.

Finita la salita attende il visitatore un luogo fatato, soffice come la lana cardata e dai colori psichedelici di Hrafnhildur Arnardottir.

Tra il rullare dei tamburi di Anri Sala, arte senza immagini, si entra poi all'interno di un enorme guardaroba: sono i vestiti di Daniele Olivieri detta Sissi, senza i legittimi proprietari ma pregni di personalità. Nelle vicinanze un video sull'assassinio di Gustavo III mette in scena una ballo dalle maschere fantasiose di Yinka Shonibare.

La mostra offre anche le allegre e fantasiose decorazioni delle grottesche di artisti californiani. I muri esterni alla mostra sono decorati da maschere di alluminio di Gianni Politi evocatrici di grandi personaggi del passato.

La mostra Crazy si conclude con uno scrosciante movimento di colori iridescenti sulla scala di uscita, opera di Ian Davenport. Da non perdere è la stanza dell'artista Gianni Colombo tra luce, spazi e movimento, per una esperienza sensoriale psichedelica.