Potrebbero essere introdotti parametri meno restrittivi per una tossina, la microcistina Lr, se passasse la normativa sulla potabilità dell'acqua in sede Ue. Si tratta di una micro-tossina d'acqua dolce prodotta dalle alghe nocive sempre più presenti nei nostri laghi e bacini artificiali dai quali proviene l'acqua destinata all'uso domestico.

La microcistina Lr viene definita cancerogena dall'Iarc, l'agenzia internazionale di ricerca sul cancro, e, anche se l'acqua prima di giungere nelle case viene filtrata, nessuno assicura che i filtri riescano ad eliminare del tutto le tracce di sostanze ritenute tossiche.

Per far sì che l'acqua dei nostri rubinetti sia consumabile necessita un'azione di bonifica dei corpi idrici cosi come previsto dagli obiettivi europei al 2015 sulla qualità delle acque che però non significa escludere la presenza di sostanze che non dovrebbero trovarsi, anche se in dosi ridottissime, nell'acqua che consumiamo.

La microcistina Lr è classificata anche come interferente endocrino in grado di alterare il sistema ormonale degli uomini e resiste alle alte temperature, quindi anche quando utilizziamo l'acqua di rubinetto per la cottura dei cibi.

Da qui scaturisce l'appello dell'Isde (International Society of Doctors for the Environment) per sollevare l'illegittimità del decreto della Commissione Europea.

Il presente decreto è  in conflitto con la vigente normativa italiana, molto ristrettiva sul tema a garanzia della salute dei consumatori. L’Italia è un paese che guida la classifica tra i maggiori consumatori di acqua minerale in Europa, una normativa in tal senso potrebbe cambiare lo scenario economico e anche i profitti di molte multinazionali  e non operanti nel nostro territorio. Dall’altra parte, il consumo di acque in loco, potrebbe valorizzare bacini ben gestiti da realtà locali e rappresentare un risparmio notevole per le famiglie italiane.