Sofia, labambina il cui caso è venuto alla ribalta grazie alla trasmissione "Leiene", potrà continuare la cura con le cellule staminali metodo Vannoni.Il giudice di Livorno, Francesca Brana, ha accolto il ricorso d'urgenza deigenitori ed emanato un provvedimento che garantisce alla piccola ilcompletamento della cura presso gli Spedali di Brescia.

Labambina, che è affetta da leucodistrofiametacromatica, aveva riportato grandi miglioramenti dopo la primainfusione e per questo motivo i genitori si sono battuti in ogni modo per farlecontinuare la cosiddetta "cura compassionevole", un trattamento cioènon ancora sperimentato del tutto.

Nel particolare caso di Sofia non ci sonomedicine che possono darle giovamento ed è per questo motivo che i genitori sonoapprodati al metodo Stamina.

C'è statouno stop subito dopo la prima infusione, a causa del fatto che l'Aifa e ilTribunale di Firenze non davano la loro approvazione al prosieguo delle cure,ritenendo il protocollo stamina una terapia poco trasparente e sicura.

L'interessedei media però aveva acceso le discussioni sul tema e smosso qualcosa: Balduzziha infatti dichiarato che la bambina avrebbe potuto fare la seconda infusione. Subitodopo però c'è stato un nuovo arresto del sistema ed era stato vietato chevenissero prelevate le cellule della madre per il terzo trattamento.

Oggi peròfinalmente è terminata l'odissea di questa famiglia toscana, in quanto ilgiudice ha dichiarato il via libera per le terapie di Sofia, che prestoriceverà quindi la terza infusione.

Igenitori della bambina hanno dichiarato che la loro personale battaglia non siferma qui e continueranno a lottare per dare il loro sostegno alle famiglie diquei bambini che sono nella stessa condizione della piccola Sofia.