Il 22 marzo scorso il Ministro della Salute della Guinea ha confermato che nel Paese sudafricano è in corso un'epidemia del virus Ebola. Medici Senza Frontiere è già accorsa sul luogo con una task force di specialisti composta da medici, personale paramedico, addetti alla logistica ed esperti in materia di salute ed igiene, ma nei prossimi giorni Medici Senza Frontiere conta di rafforzare la sua presenza sul campo con altre unità operative. Il virus Ebola è altamente contagioso e si trasmette attraverso il contatto diretto tra persone e animali e le loro secrezioni come sangue, urine, feci e latte materno.
Attualmente per la cura di questa rara e grave malattia non esistono rimedi.
L'equipe di Medici Senza frontiere, infatti, è principalmente impegnata nel lavoro di circoscrizione degli soggetti già contagiati e ha allestito a Guéckédou il primo reparto di isolamento e, in collaborazione con il Ministero della Sanità della Guinea, si appresta a realizzarne un altro a Macenta nella regione Forestière nel sud del Paese. Fino ad ora si sono registrati 86 casi di contagio da virus Ebola e 63 decessi. La pericolosità del virus Ebola sta nel fatto che i primi sintomi sono molto simili a quelli della malaria e che ha un periodo di incubazione che varia dai 2 ai 21 giorni con un tasso di mortalità del 25-90% dei casi, quindi, prima che venga identificato con certezza, è possibile che molte persone, soprattutto parenti e conoscenti della vittima, possano essi stessi venire a contatto col virus.
Da qui la decisione di Medici Senza Frontiere di allestire i centri di isolamento. Il rischio è che l'epidemia si possa estendere anche ad altri Stati limitrofi alla Guinea come Liberia e Sierra Leone. Sul luogo del focolaio, oltre a Medici Senza Frontiere, è presente anche personale medico italiano dell'Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Spallanzani di Roma, dell'istituto Pasteur di Lione e specialisti del Bernhard-Nocht di Amburgo.