Si combatte sul fronte della sostenibilità, l'ultima battaglia contro il virus dell'Epatite C, che sembra essere giunta al suo giro di boa, come prospettato negli incontri tra AIFA, Agenzia Italiana per il Farmaco e Gilead Sciences, produttrice del Sobosbuvir, il principio attivo in grado di eradicare il virus.

In un dialogo che prosegue da diversi mesi, si spera di giungere ad una svolta decisiva il prossimo 30 settembre, data nella quale è prevista un'ulteriore negoziazione per il prezzo del farmaco.

Guarire dalla malattia, eradicando l'infezione appare quindi un traguardo possibile per la maggior parte dei pazienti, se solo potessero accedere al costosissimo farmaco.

Uno scenario che però sembra dare una svolta agli studi in tal senso grazie alle nuove terapie disponibili a livello europeo, che mostrano un approccio innovativo verso la patologia e le sue complicanze epatiche ed extraepatiche.

L'emergenza interessa oggi oltre 1,5 milioni di persone infette solo in Italia che, dalle cure con il Sobosbuvir potrebbero trarre notevole vantaggio, in quanto capaci di bloccare l'insistenza degli effetti legati alla progressione del virus. Terapie combinate composte da farmaci antivirali con altissimo grado di efficacia (addirittura il 98% di successo), quasi del tutto privi di effetti collaterali. Una novità importante, se si pensa ai predecessori come l'Interferone, altamente tossico, a bassa efficacia clinica e tempi di trattamento molto lunghi.

È per cercare di rispondere ai tanti interrogativi sul tappeto che AboutPharma and Medical Devices ha promosso un incontro che si è tenuto ieri presso la Biblioteca del Senato, a Roma. Alla tavola rotonda è intervenuto Luca Pani, Direttore generale dell'AIFA, illustrando il modello dei farmaci in arrivo e prospettando nuove frontiere per le cure compassionevoli e Ivan Gardini, Presidente dell'Epac Onlus che ha definito la centralità del paziente nella definizione dell'accesso alle nuove terapie.

Numerosi i contributi da parte di luminari in ambito di trattamento dell'HCV tra i quali il Prof. Antonio Craxì dell'Università di Palermo e il Prof. Alfredo Alberti dell'Università di Padova, che hanno analizzato l'impatto delle nuove terapie nella gestione della malattia da HCV in fase avanzata. Grande assente, il ministro Lorenzin.

In considerazione dell'emergenza delle Epatiti virali in Italia che interessano il 3% della popolazione, si è aperto un confronto tra tutti gli stakeholders del Sistema Salute, per individuare i canali di cooperazione europea utili a tenere in considerazione sia le necessità dei pazienti che le razionalizzazioni della spesa, in un momento di riduzione della possibilità economica statale. Si è, infine sollevata la necessità di un piano nazionale sulle epatiti virali, una frontiera tanto anelata rimasta troppo tempo solo su carta. Il prossimo 30 settembre, sul banco di prova, AIFA e Gilead, che si spera riusciranno a limitare i danni di una negoziazione troppo prolungata.