E' caratterizzato da esperienze persistenti o ricorrenti in cui c'è una sensazione di distacco dal proprio corpo o dai propri processi mentali, come se questi fossero osservati dall'esterno. L'esame di realtà resta integro, ma queste esperienze sono causa di un disagio rilevante e interferiscono con il funzionamento lavorativo e sociale. La depersonalizzazione può presentarsi sotto diverse forme, inclusa la sensazione che il proprio corpo sia intorpidito oppure privo di vita, sensazione che certe parti del corpo (come piedi e mani) non siano collegate al resto del corpo, sensazione di essere distaccato dalla propria immagine di sè al punto da vedersi estraneo, o la sensazione di osservarsi a distanza.

Esperienze di déjà vu sono spesso associate al disturbo di depersonalizzazione, però, mentre del déjà vu ciò che è nuovo è vissuto come se fosse familiare, nella depersonalizzazione ciò che è familiare è vissuto come se fosse nuovo o irreale. Almeno il 50% della popolazione generale può avere un' esperienza di depersonalizzazione isolata e occasionale. Si manifesta nelle donne con una frequenza doppia rispetto agli uomini e la sua maggiore diffusione tra gli individui al di sotto dei 40 anni.

Una depersonalizzazione transitoria può anche verificarsi in risposta a situazioni che comportano un pericolo di morte, come incidenti e malattie gravi. Vi può essere un significato di sopravvivenza nello sviluppo di una scissione tra un Sè che osserva e un Sè che è coinvolto in una situazione di crisi; una simile scissione può permettere all'individuo di avere il distacco necessario per pensare a come affrontare il pericolo. La depersonalizzazione rappresenta, spesso, un sintomo legato ad altre malattie come schizofrenia, disturbo dissociativo dell'identità, depressione o disturbi d'ansia. La depersonalizzazione è spiacevoli come esperienza e attiva contenuti affettivi come ansia, panico, senso di vuoto. E' vissuta come una condizione bizzarra, simile a un sogno e spesso porta alla consultazione di un medico; ha un andamento cronico, ma il grado di disfunzione che genera nell'individuo può essere molto variabile.

Eziologia del disturbo di depersonalizzazione

La letteratura suggerisce che i pazienti affetti da disturbo di depersonalizzazione presentano un'anamnesi positiva per traumi infantili con una frequenza tendenzialmente maggiore rispetto a soggetti di controllo che non soffrono di disturbi psichiatrici, ma sono meno gravemente traumatizzati rispetto a pazienti con altri tipi di disturbi dissociativi. Ciò nonostante, una depersonalizzazione è descritta, di frequente, quando pazienti che hanno subito abusi sessuali nell'infanzia ricordano i dettagli della loro vittimizzazione.

Considerazioni terapeutiche

Dobbiamo riconoscere che una depersonalizzazione normale o transitoria richiede poco più di una rassicurazione.

In alcuni casi, i pazienti che si sono adattati al disturbo non sentiranno molto il bisogno di una terapia. Però, il disturbo di depersonalizzazione come condizione psichiatrica primaria tende a essere refrattario al trattamento. Anche se molti pazienti in psicoterapia riferiscano miglioramenti che riguardano molti aspetti della loro vita, essi, in genere, non riportano una significativa riduzione dei sintomi di depersonalizzazione. Però, una terapia dinamica può esser utile per aiutare il paziente a identificare i fattori scatenanti e il loro significato.