Aver visto migliaia di persone di tutte le età, per conoscenza, amicizia, parentela e rapporti di lavoro, ed averci trascorso tanto tempo insieme, inevitabilmente fa da specchio a se stessi e ti fa diventare un pò psicologo, senza volerlo essere. Una cosa su tutte si nota in maniera evidente: in Italia, e non solo, la percentuale di persone poco felici e poco serene è altissima. Se poi andiamo a vedere i dati sull'uso di antidepressivi, calmanti e psicofarmaci in genere, ci rendiamo conto che oltre un quarto della popolazione è nello stress, nel panico e nella depressione.
Una dipendenza così forte non nasce da un giorno all'altro anzi si crea nel corso degli anni. Tanti piccoli granelli di sabbia si accumulano in una zona inconscia del nostro io e quando la quantità ostruisce il normale fluire delle emozioni "pure" scoppia la malattia. Prima mentale ma poi, come conseguenza, anche con ripercussioni fisiche. Cosa sono questi granellini di sabbia che si sono accumulati? Sono tanti "no" detti quando si voleva dire "si" e tanti "si" detti quando si voleva dire "no". Sono azioni fatte per necessità ma che non volevamo fare, sono situazioni affrontate in modo non consono al nostro vero essere e che nel tempo diventano abitudini consolidate.
La parola chiave è "congruenza" e il suo opposto è l'incongruenza.
Incongruenza tra il nostro vero spirito e cuore, di cui spesso ci siamo anche dimenticati, e ciò che recitiamo 24 ore al giorno o quasi. Le situazioni familiari, quelle professionali, il correre dietro a falsi miti creati dal consumismo e dai media, spesso o quasi sempre ci portano a non essere "se stessi" come vorremmo davvero.
Non ci sono molte vie di fuga anzi forse ce n'è una sola: avere il coraggio di fermarsi, guardarsi dentro senza paura, guardare tutte le cose che facciamo e diciamo e che non fanno parte della nostra vera essenza e metterci mano, seriamente.
È una questione di Salute mentale e fisica. Se non lo facciamo prima o poi arriva il conto, spesso molto salato.
La coerenza e la congruenza non sono difficili in assoluto, forse abbiamo solo perso la naturale abitudine che avevamo quando nessuno ci obbligava a recitare una scena che poi è diventata, man mano, la nostra quotidianità. Cominciamo già oggi, oggi stesso. Chi siamo? Cosa ci piacerebbe davvero fare? Chi ci piacerebbe essere per essere felici? Naturalmente non sarà possibile stravolgere tutto e subito ma possiamo di certo iniziare da qualcosa e scardinare alcune maschere. Notato il primo senso di liberazione ci verrà semplice passare ad un'altra area della nostra vita e poi ad un altra ancora e così via. Chi sono le persone che normalmente definiamo affascinanti? Non è questione di bellezza o di bravura ma di "luce negli occhi". Ed è la nostra stessa luce che possiamo recuperare se riportiamo alla congruenza il nostro essere e il nostro apparire. Solo un pò di coraggio. Accettarsi. Iniziare. Ne vale la pena.