Il sucralosio sostituirà l'aspartame nella ricetta della Diet Pepsi. La scelta sembra motivata dalla diminuzione delle vendite della bevanda, che sono scese di oltre il 5%. Diminuzione che sembra legata alla paura della popolazione generale degli effetti negativi sulla salute da parte del principale dolcificante utilizzato: l'aspartame, appunto. È stata quindi molto rapida la risposta della Pepsi. Addio aspartame, benvenuto sucralosio.

Cosa dice la scienza

Ma l'aspartame è davvero così pericoloso come credono in molti? Secondo l'ultimo rapporto dell'EFSA (European Food Safety Authority) si tratta di una sostanza sicura e la dose giornaliera ammissibile è di 40 milligrammi per chilogrammo di peso corporeo.

Una dose non superata neanche dopo aver bevuto più di una lattina di Diet Pepsi. Alcuni studi molto discussi in passato sostenevano che l'aspartame fosse una sostanza cancerogena ed in grado di causare disturbi digestivi, cefalea ed addirittura danni all'apparato riproduttivo. A seguito delle polemiche, ormai vecchie di anni, si sono moltiplicati gli studi su questo dolcificante artificiale, atti a dimostrare una volta per tutte la sicurezza dell'aspartame. Il coro scientifico è unanime: l'aspartame non dimostra effetti tossici, cancerogeni o deleteri per gli esseri umani.

Allora come mai ancora oggi (molti erano gli studi definitivi pubblicati nel 2012 o prima) si considera poco sicuro e malsano questo additivo?

Forse dovremmo riflettere di più su cosa un consumatore si aspetti da un prodotto. Certo non possiamo chiedere ad una lattina di una bibita gasata delle proprietà nutritive di prima qualità, ma è ormai certo che sempre più i consumatori si stanno spostando verso prodotti percepiti come più naturali, meno chimici o artificiali, nel tentativo di ritornare ad un'alimentazione più genuina e salutare, come quella dei nostri nonni o bisnonni.

Ed è dunque facile capire come nell'immaginario collettivo siano proprio gli studi che demonizzano l'aspartame a fare più presa, con buona pace degli sforzi successivi della comunità scientifica per dimostrare il contrario. Viene dunque naturale chiedersi: ma è davvero necessario produrre sostanze artificiali, seppur sicure, quando la natura fornisce già tutte le sostanze a noi necessarie? La risposta, fortunatamente, sembrerebbe arrivare dalle indagini di mercato, con il calo delle vendite degli alimenti (e bevande) considerati meno naturali.