Secondo l'indagine statistica, dell'Istituto Nazionale della Nutrizione e dell'Istat, almeno il 25% della popolazione infantile italiana soffre di sovrappeso. Ed a parere degli esperti la percentuale è destinata ad aumentare. Mentre, nello stesso tempo, l'allarme sanitario assume il colore rosso perché scopre che l'obesità perdura nell'età adulta e scatena patologie che compromettono le proprie condizioni di vita. La percentuale di coloro che si portano l'obesità infantile nell'età adulta oscilla tra il 45 ed il 65 per cento.

Che cosa fare? È un disastro! È una jungla! È una manna per le Case farmaceutiche. Un fecondo ed immenso terreno per gli avvoltoi del "dimagrimento" in cinque giorni con una pillola, e non solo, dell'ultima ora. Le diavolerie che inondano il mercato oltrepassano la fantasia e riescono ad insinuarsi nella mente di chi si vede o si sente grasso. Tanto che dietro l'angolo, non di rado, si nascondono vere truffe ai danni del consumatore. La scienza e la tecnologia dell'alimentazione dovrebbero avvicinarsi molto di più ai bambini e ragazzi per offrire loro un controllo ed un miglioramento della salute pubblica, mettendo in risalto l'importanza ed il ruolo chiave del cibo per il proprio benessere e la nutrizione.

Il Ministero della Salute ha determinato l'obesità ed il sovrappeso in percentuali che sono state rese note con delle proprie tabelle. Mettendo però da parte numeri e dati statistici, per chi desidera instaurare un buon rapporto con la bilancia dovrebbe farsi seguire più da vicino dal medico di famiglia (opportuno competente e di fiducia).

Intanto, per l'ambiente medico scientifico, una delle cause dell'obesità è stata accertata nella ragione multifattoriale con la primaria complicità degli errori alimentari. All'origine, dunque, viene posta la familiarità: la condizione della salute della madre, il periodo di gravidanza, le abitudini nutrizionali. E tutto sembrerebbe avere inizio fin dalla vita fetale. Successivamente viene chiamato al banco degli imputati l'allattamento.

L'obesità infantile, secondo alcuni medici, non è solamente un problema di rilevanza sociale e non è neppure facile determinarla con assoluta certezza. Seppure un peso ideale viene determinato secondo il BMI (Body Mass Index oppure Indice di Massa Corporea) che deve essere omogeneo al peso in Kg. diviso l'altezza in metri elevata al quadrato (Confalone, 2002).

L'Organizzazione Mondiale della Sanità, per definire l'obesità ed il sovrappeso, utilizza "i punti" del BMI con il principio d'uno studio di un altro ricercatore. Ma tutti, comunque, concordano sul fatto che è meglio prevenire. Ed anche se all'Expo 2015 di Milano qualcosa si sta muovendo non bisogna mai stancarsi di ricordare alcune regole fondamentali per coloro che sono già in sovrappeso oppure obesi.

Come quella di favorire il bambino all'attività fisica e possibilmente all'aperto; di non superare i fatidici tre pasti giornalieri, privilegiando una colazione sostanziosa piuttosto che abbondante; di non cedere all'alimentazione spazzatura e consumare più frutta, verdure e legumi. Se il bambino non ha fame sarebbe opportuno non insistere e fargli rispettare il ritmo del sonno. E quando i chili sono davvero -purtroppo- troppi, non rinviare la visita dal pediatra e dal dietologo.

Ed anche in questo caso potrebbe essere indispensabile farsi una lettura sui consigli utili del Ministero della Salute. Mentre per gli appassionati di statistica rileviamo che, in Europa, il primato dell'obesità infantile spetta all'Italia, sottolineando il fatto che la prevenzione non è ancora materia del sistema sanitario pubblico.