Una ricerca svolta a Cambridge presso il Medical Research Council’s Laboratory of Molecular Biology, e apparsa su "Science Translational Medicine", conferma ufficialmente un dato che si sapeva già da tempo, ovvero il potere della caffeina nel mettere maggiormente in attività ogni cellula del corpo: infatti, gli studiosi britannici hanno notato che l'assunzione di un classico caffè espresso, provoca un maggior afflusso di sangue a livello muscolare ed incrementa l'attività della frequenza cardiaca. In particolare, gli studiosi inglesi si sono soffermati sugli effetti della tradizionale tazza di espresso, la quale presa tre ore prima di andare a letto, rende difficoltoso addormentarsi: ciò avviene in quanto si attiva la melatonina, ossia l'ormone dedito alla regolazione del processo sonno-veglia.

In sintesi, con un bel caffè forte bevuto tre ore prima di andare a dormire, andiamo a posticipare il nostro sonno di un tempo quantificabile tra una mezz'ora e tre quarti d'ora, poiché si rallenta il nostro orologio interno.

Il caffè disturba il sonno: non è solo un luogo comune

Uno dei coordinatori della ricerca, John O'Neill, nel corso di un'intervista rilasciata all'emittente BBC, ha sottolineato i vantaggi che si potrebbero avere per superare il fastidioso fenomeno del jet-lag. Ecco le sue dichiarazioni: ''Questa nostra scoperta potrà rivelarsi utile nel caso in cui si voli in aereo da est a ovest del mondo; infatti, ora sappiamo il momento migliore per assumere caffeina al fine di accelerare il tempo che serve per superare il jet-lag ''.

Continua O'Neill: ''Il nostro cervello ritiene di essere un’ora indietro rispetto al tempo effettivo, in quanto l'orologio biologico è rallentato dall'assunzione di caffeina, soprattutto se si tratta di dosi equivalenti a duecento milligrammi, ovvero almeno due tazzine ''. Al tabloid ''Daily Mail'', O'Neill ha rilasciato altre dichiarazioni, eccone uno stralcio: ''Gli esiti della nostra ricerca non svelano qualcosa di sorprendente, però certificano finalmente in maniera scientifica che la caffeina ha effetti sull'orologio biologico interno, tenendo conto dei volontari scelti per questo progetto.

Comunque, ricordiamo che un orologio biologico irregolare aumenta il rischio di una serie di patologie quali diabete mellito e malattie di natura cardiovascolare''.

Durante i test, cinque persone sane sono state sottoposte ad assumere per quasi due mesi pillole contenenti caffeina (l'equivalente di un caffè espresso doppio) tre ore prima di andare a coricarsi.

I risultati hanno evidenziato che negli individui sottoposti all'esperimento, il ritmo slitta di circa quaranta minuti in confronto a chi non assume caffeina. È stato peraltro scoperto che la caffeina impedisce alla molecola cAMP, la quale è correlata ai recettori del sonno, di esplicare il suo effetto. La singolare conclusione di questo studio è che la difficoltà di prendere sonno dopo un caffè serale non è affatto una diceria popolare; inoltre si sottolinea che uno dei primi e consueti gesti graditi che effettuiamo al mattino, ovvero sorseggiare una tazzina di caffè, equivale per l'organismo dell'essere umano a un"jet-lag"causato da un lungo viaggio intercontinentale in aereo, ed è per questo che ci agevola nel restare più attivi e svegli.

I risultati dello studio di Cambridge possono contribuire a curare terapeuticamente alcuni disturbi del sonno, in particolare quelli delle persone che si svegliano, naturalmente, troppo presto, per aiutarle a rimettersi in sincronia con il resto del globo.