Zika è un virus che si trasmette da soggetti malati a soggetti sani con la puntura di una zanzara. Questo virus ha iniziato a propagarsi in Brasile, poi si è diffuso nel sud- e centro-America, soprattutto nell’area caraibica; ora potrebbe arrivare in Europa. Può dare problemi lievi come febbre per una settimana e sfoghi cutanei ma, nei bambini appena nati, è stato associato ad un aumento dei casi di microcefalia, relazione ancora da dimostrare scientificamente. Per questo, i soggetti a maggior rischio sono considerate le donne incinte. Non sono disponibili dei vaccini.

L’OMS sta monitorando il fenomeno.

Zika, pedigree e diffusione

Isolato per la prima volta nel 1947, da un macaco che viveva in una foresta in Uganda, questo virus fu chiamato Zika, che in lingua lugandesesignifica “coperto di vegetazione”. Fino al 1952 era stato confuso con quello che causa la febbre gialla. Da allora solo pochi casi segnalati in Africa e nel sud-est asiatico.

La prima epidemia si registra nell’aprile 2015, in Brasile, con migliaia di casi e la segnalazione di almeno 3.500 neonati con microcefalia. Adesso le autorità sanitarie temono che il virus potrebbe diffondersi in tutto Occidente.

Le zanzare, del genere Aedes come la zanzara tigre, sono i vettori responsabili del contagio da soggetto malato a soggetto sano.

Dopo un periodo di incubazione, che varia tra i 3 e i 12 giorni, si manifestano i sintomi della malattia non particolarmente gravi: febbre, mal di testa, eruzioni cutanee, dolori muscolari e delle articolazioni. Si risolve in una settimana senza complicazioni e immunizzando il paziente ad eventuali ulteriori infezioni.

Allora perché preoccuparsi?

Al momento l’unico motivo di preoccupazione è questo aumento dei casi di microcefalia nei neonati.

I responsabili dell’OMS temono una diffusione dell’epidemia che potrebbero arrivare a 4 milioni di casi. Ma alcuni sostengono che questo sia un allarme esagerato e che l’OMS, dopo aver sottovalutato l’epidemia di Ebola dello scorso anno, in questo caso ha voluto mettere le mani avanti.

Dal Ministero della Salute

In Italia, le autorità stanno monitorandola diffusione dell'epidemia. Da noi segnalati i primi casi ma è in rapida diffusione in Colombia, Brasile, Suriname, El Salvador, Guiana Francese, Honduras, Martinica, Messico, Panama, Venezuela. In altri Paesi, come nelle Barbados, Bolivia, Ecuador, Guadalupe, Guatemala, Guyana, Haiti, Porto Rico, Paraguay, Saint Martin, ci sono solo casi sporadici.

Nei neonati, l’aumento dei casi di microcefalia non è stato ancora dimostrato essere correlato al virus.

Seguono una serie di indicazioni sia per i viaggiatori in partenza e in arrivo dai territori a rischio che sulle precauzioni da prendere, come l’uso di repellenti, e di zanzariere. E un appello a recarsi dal medico se, tornati da un viaggio nei Paesi colpiti dall’epidemia, si avvertono i sintomi della malattia.