La silimarina è una delle erbe più studiate nel campo dell’epatologia. L’uso dei derivati estratti dai semi del cardo mariano è noto in tutto il mondo per il trattamento delle malattie epatiche.Un team di ricercatori dell’Università di Catania, in collaborazione con il Dipartimento di Gastroenterologia del Tel-Aviv Medical Center, nel mese di gennaio 2016 ha pubblicato sulla rivista “Liver International” un compendio di tutti gli studi clinici finora condotti su questo fitocomplesso.
E’ inequivocabile che la silimarina, combinata con la vitamina E, ha dimostrato, finora, di migliorare l’insulino-resistenza, la steatosi epatica, il profilo degli enzimi epatici ed il metabolismo lipidico nei pazienti con steatosi epatica non alcolica.
Può essere, dunque, un valido supplemento o nutraceutico da associare ad un regime dietetico controllato.
Steatosi epatica ed intervento sullo stile di vita
L’incidenza della steatosi epatica non alcolica in Italia si aggira attorno al 40% della popolazione ed è prevalente nel 67% dei soggetti sovrappeso e nel 91% obesi.La presenza concomitante di steatosi epatica, obesità ed insulino-resistenza è una situazione clinica sulla quale i ricercatori continuano a studiare per comprendere se la steatosi è causa o conseguenza dell’ insulino-resistenza.Un fattore critico dimostrato è lo stress ossidativo intraepatico, che può peggiorare la steatosi in infiammazione del fegato e fibrosi (eccessivo accumulo di tessuto connettivo che danneggia il fegato in modo cronico, come cicatrizzandolo).
Secondo le linee guida più recenti l’approccio terapeutico alla steatosi epatica si basa sulle condizioni che riducono l’infiammazione: 1) riduzione del peso; 2) introduzione di una dieta bilanciata, ricca di frutta e verdura con proprietà anti-ossidanti; 3) frequente esercizio fisico aerobico.
Azione della silimarina come nutraceutico sui pazienti con steatosi epatica non alcolica
La silimarina, estratta del cardo mariano, è costituita da flavonolignani (silibina, silidianina e silicristina) e due flavonoidi (taxifolina e quercetina), potenti antiossidanti.
In unostudio più recente, condotto su 80 soggetti, solo il gruppo trattato per 3 mesi con il nutraceutico a base di silimarina e vitamina E in combinazione ad una dieta standard Mediterranea moderatamente ipocalorica, ha dimostrato una riduzione significativa del grasso epatico e del peso corporeo.
Il gruppo di controllo che, invece, ha seguito la sola dieta non ha mostrato variazioni.
Questi dati suggeriscono che è difficile motivare al cambiamento di stile di vita i soggetti con steatosi epatica e sindrome metabolica.L’uso di un nutraceutico che migliori l’efficacia di una dieta ed una blanda attività fisica, possono essere risolutivi per spingere questi soggetti ad adottare nel tempo le nuove abitudini.