La sentenza della Corte America, che ricordiamo ha condannato la Johnson &Johnson al pagamento di 72 milioni di dollari alla famiglia di una donna morta a causa della contrazione di un cancro alle ovaie,torna a fare discutere, suscitando molta apprensione per chi di noi ha usato o usa abitualmente il talco, soprattutto per l'uso che facciamo nei bambini i primi anni di vita.
Il dott. Giovanni Scambia, direttore del Dipartimento salute della donna del Policlinico Gemelli di Roma, ai microfoni di Rainews tiene a precisare: "La rilevanza di questo argomento, cioè l'effetto del talco sul tumore ovarico, è praticamente nel mondo scientifico zero.
Sono anni che non se ne parla più. Escludo quindi la possibilità di una correlazione tra il talco e il tumore ovarico".
La comunità scientifica internazionale è piuttosto perplessa davanti ad una correlazione del genere. Nel 2006, la Iac di Lione, cioè l'Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro, ha inserito il talco tra le sostanze potenzialmente cancerogene. L'ipotesi che il talco potesse causare il tumore è una vecchia ipotesi formulata svariati anni or sono. Ipotesi per altro, mai confermata e di scarso interesse scientifico.
Uno studio effettuato negli Stati Uniti condotto su 66 mila donne in menopausa, ha riscontrato che seicento avevano avuto una diagnosi di tumore dell'endometrio e nel 21% dei casi c'era stato l'uso costante di talco nelle parti intime.
Anche in questo il caso interviene in dott. Scambia, rassicurando e dicendo che quando ci sono studi su una popolazione così vasta i fattori confondenti possono essere molteplici. Dunque è molto difficile affermare in tal caso un nesso di causalità tra talco e tumore.
In questi giorni si parla proprio di tumore ovarico in un convegno a Madrid.
Ma quali sono le cause del tumore ovarico?
Quasi il 20% delle cause possono ascriversi alla familiarità, esiste infatti un gene che si chiama BRCA, che quando mutato favorisce enormemente l'insorgenza di tumore ovarico. Un esempio al riguardo può essere quello di Angelina Jolie.
La comunità scientifica internazionale si è impegnata molto nel migliorare la qualità diagnostica, infatti è uscito da poco uno studio che dimostra come le ecografie e i dosaggi dei marker potrebbe portare ad una prevenzione del tumore ovarico.
Inoltre oggi si hanno delle terapie chirurgiche molto efficaci, a volte anche poco invasive, quindi endoscopiche e farmici, che vanno a colpire selettivamente le cellule di tumore ovarico rispetto alle cellule normali.
In uno scenario quindi in grande evoluzione siamo quindi tutti in attesa di conoscere le motivazioni scientifiche che stanno alla base della sorprendente sentenza americana. Quindi, almeno per il momento, possiamo tirare un sospiro di sollievo.