Il sindaco di taranto,Ippazio Stefàno, ha dichiarato pubblicamente di essere pronto a chiudere l'Ilva, lo stabilimento siderurgico che fa parlare di sé (in senso negativo) non solo per i possibili rischi per la Salute e l'ambiente ma anche per la sicurezza dell'impianto stesso: il primo cittadino ha reso pubbliche le proprie intenzioni nel corso di una conferenza stampa convocata per commentare irisultati dello studio epidemiologico sugli effetti delle esposizioni ambientali nella città pugliese. "Ho già l'ordinanza di chiusura per tutto lo stabilimento da affidare al prefetto", ha affermato Stefanò."Ho chiesto alla ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, di validare scientificamente il rapporto presentato dalla Regione Puglia,che individua nell'Ilva la causa di un eccesso di malattie e mortalità a Taranto.
Attendo una settimana".
'Dati inquietanti'
Stefanò ha definito "inquietanti" i dati presenti nel rapporto, ed è difficile dargli torto. lo studio,condotto dal Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale del Lazio e dalla ASL di Taranto, si è basato su precedenti ricerche che avevano già mostrato "un aumento della mortalità dei residenti soprattutto per alcune forme tumorali e per le malattie cardiovascolari e respiratorie". La nuova ed estremamente accurata analisi ha permesso in primo luogo di verificare come i tassi di mortalità e ricoveri ospedalieri più alti in città si riscontrino nei quartieri Paolo VI e Tamburi, "casualmente" i più vicini all'Ilva.
Non solo Ilva
Inoltre, la ricercaha preso in considerazionel’esposizione individuale a PM10 (particolato atmosferico con diametro aerodinamico inferiore a 10 micron) e SO2 (anidride solforosa) di origine industriale.
Lo studio ha permesso di verificare come esista un'associazione positiva fra questa esposizione eaumento del rischio della mortalità per cause naturali, per cause tumorali, per malattie cardiache, per infarto acuto del miocardio e per malattie renali.È bene comunque precisare che, oltre all'Ilva, lo studio ha preso in considerazione anchele possibili ripercussioni sulla salute della popolazione delle emissioni ambientali derivanti da altri impianti industriali presenti nell’area: le raffinerie di petrolio Eni, l’impianto elettrico EDISON e le attività delle industrie minerarie, del porto e dell’arsenale della marina militare.
'Difendere la salute dei cittadini'
"Da sempre chiediamo il parere di una autorità al di sopra delle parti, un organo tecnico che avalli scientificamente quei dati perché l'anidride solforosa, per esempio, non la produce soltanto l'Ilva", spiega Stefanò. "Se ci saranno conferme non posso far altro che difendere la salute dei cittadini e fermare lo stabilimento".
Al suo fianco, il sindaco di Taranto dovrebbe avere il presidente della Regione Puglia,Michele Emiliano: "Non vogliamo fare allarmismo, ma contribuire attraverso l’evidenza scientifica a definire migliori strategie: vogliamo che le modalità di produzione a Taranto siano compatibili con la salute e la vita umana".