Lo scoop non è recente, già diverso tempo fa si era parlato su tutti i media nazionali di presunte truffe riguardo a olio di oliva venduto come extravergine ma che di fatto non possedeva le caratteristiche di conformità.

Per meritarsi infatti la definizione di “extravergine” un olio di oliva deve essere sottoposto a diversi test, raggruppati sotto il nome di panel, e rispondere a parametri ben precisi, definiti rigidamente dalle linee guida dell’Unione Europea.

La valutazione dei difetti, quali il rancido e la muffa, oppure il sapore eccessivamente piccante o amaro, deve portare ad un quadro complessivo nel quale “la meridiana dei difetti - come recita la normativa - deve essere pari a zero e il gusto praticamente perfetto”.

La prova eseguita in trasmissione

Recentemente, durante una nota trasmissione televisiva della tv svizzera Rsi, Patti Chiari, sono state analizzate ben 12 bottiglie di olio spacciato come extravergine.

Gli oli sono stati sottoposti ad analisi organolettiche e chimiche oltre che passati attraverso il panel test di Zurigo, l’unico riconosciuto in Svizzera dal COI, ovvero il Comitato Oleolicolo Internazionale.

Ad avvalorare i risultati, gli oli presi in esame sono stati quindi fatti assaggiare dal comitato di assaggio ufficiale dell’olio DOP Chianti in Toscana.

La scoperta, oltre che univoca, è stata sorprendente.

Solo 6 dei 12 oli analizzati hanno superato il test

Con risultati pressoché identici di valutazione, 6 marche di oli sulle 12 analizzate hanno superato il test, meritando la dicitura reclamizzata di extravergine.

Tra questi spiccano il Sabo 100% italiano, prodotto in Ticino da olive pugliesi, il Gran Delizia Igp Toscano, il Monini e il PrimaDonna, venduto nella catena Lidl.

Quanto agli altri, quali sono le marche italiane che espongono la dicitura senza possederne le qualità imposte dalle linee guida europee?

L’olio di oliva De Cecco classico extravergine, sarebbe stato giudicato come un olio rancido e quindi non extravergine; il famoso Olio Carapelli extravergine presenterebbe, secondo il panel svizzero, un gusto considerato dalla maggior parte dei consumatori come normale, ma che in realtà sarebbe un chiaro difetto derivante da fermentazione per lungo deposito delle olive.

Pagella pessima anche per il Bertolli extravergine originale, definito addirittura come fangoso, ammuffito, difettato, estremamente rancido e per tutti questi motivi non extravergine.