Secondo uno studio dei ricercatori dell'Università di Oxford, appena pubblicato sulla rivista scientifica BMC Medicine, gli uomini che associano ad una statura elevata un abbondante girovita hanno una probabilità maggiore di ammalarsi di un tipo di tumore alla prostata più aggressivo fino al sopraggiungere del decesso. In pratica, lo studio dell'università britannica ha stabilito una correlazione diretta tra la crescita dell'altezza e l'ampiezza della circonferenza fianchi e lo sviluppo del carcinoma prostatico.

I dettagli dello studio condotto a Oxford

I risultati ottenuti dai ricercatori inglesi di Oxford, guidati da Aurora Perez - Cornago, sono derivati dalla rielaborazione di uno studio precedente svolto a livello europeo, l'Epic - European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition - che ha interessato 142 mila individui in 8 paesi europei, tra cui anche l'Italia. Secondo le analisi effettuate l'altezza non è associata ad un rischio generale di ammalarsi di tumore alla prostata. Bensì, il rischio specifico di sviluppare una forma particolarmente aggressiva di carcinoma prostatico e di morirne crescerebbe di più del 20%, e aumenterebbe progressivamente, del 17%per ogni ulteriori 10 centimetri di altezza.

Mentre l'obesità sarebbe associata ad una percentuale di rischio del 18%, che crescerebbe, anch'essa progressivamente, del 13% per ogni ulteriori 10 centimetri di aumento della circonferenza.

Le probabili cause identificate dagli studiosi inglesi

Anche se, come indica la Dottoressa Perez - Cornago, occorreranno ulteriori indagini perché i fattori dietro al legame tra cancro alla prostata, altezza e obesità vengano completamente chiariti, è indubbio che questo studio abbia accertato un nesso diretto tra questa particolare neoplasia e l'adiposità.

E la maggiore aggressività della malattia sarebbe proprio dovuta ai cambiamenti a livello ormonale che si sviluppano negli uomini in grave sovrappeso.

Per quanto riguarda, invece, il legame con l'altezza le certezze sono ancora minori. Infatti potrebbero essere implicati una serie di fattori, non solo ormonali ma legati, ad esempio, al tipo di alimentazione.

Sia quella attuale che quella avuta durante il periodo infantile ed adolescenziale, in quanto influente sullo sviluppo del sistema immunitario e, quindi, sul rischio di contrarre il cancro. Infatti, come fa notare Sergio Bracarda, vice presidente della Società italiana di Urologia oncologica,intervistato dal "Corriere della Sera", molti studi, prima di questo, avevano messo in relazione l'altezza e la probabilità di tumore. Alcuni hanno messo anche in relazione l'accresciuto rischio di contrarre il tumore con mutazioni genetiche che si manifesterebbero con una crescita eccessiva della statura.

Le certezze sul tumore alla prostata

Sempre secondo Bracarda ciò che è certo è che il carcinoma prostatico rappresenta la principale forma di tumore che colpisce gli uomini dai 50 anni in su.

Solo in Italia si stima ci siano circa 35 mila nuovi casi di tumore ogni anno. Anche se, come ricorda Bracarda, le cause effettive non sono ancora state accertate, si conoscono i principali fattori di rischio e cioè: obesità, dieta ricca di calcio, presenza di elevati livelli di androgeni nel sangue. E' accertata, anche se di minore importanza, una componente ereditaria. Chi ha avuto in famiglia un parente stretto, genitore o fratello, con un carcinoma prostatico ha maggiori probabilità di ammalarsi. Bracarda consiglia, quindi, di iniziare a fare dei controlli regolari, in questi casi, già a partire dai 40 - 45 anni.