Non accenna a terminare l'epidemia di morbillo che ha colpito l'Italia negli ultimi mesi e, anzi, le cifre dei contagi stanno raggiungendo degli spiacevoli record per il nostro paese. L'ultimo bollettino settimanale dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS) è in questo senso impietoso: dal 1° gennaio all'8 agosto 2017 sono stati registrati ben 4.087 casi che finora, fra le altre cose, hanno provocato la morte di tre persone. Difficile non cogliere una relazione tra questi dati ed il calo delle vaccinazioni registrato da un po' di tempo a questa parte.

In stragrande maggioranza si tratta di soggetti non vaccinati

Difatti, in quasi 9 casi su 10 i contagi hanno colpito persone non vaccinate, con un'ulteriore 6% dei casi che ha riguardato soggetti che avevano ricevuto una sola dose del vaccino. Sfortunatamente, l'incidenza maggiore è stata registrata per i bambini con meno di un anno di età, con circa 50 casi ogni 100.000 abitanti. Finora nel corso dell'anno sono stati 277 i casi segnalati tra gli operatori sanitari. Il 35% dei soggetti contagiati ha subito almeno una complicanza del morbillo: la più frequente è stata la diarrea (21,3% dei casi), seguita da stomatite (18,4%) e cheratocongiuntivite (12,5%). Le conseguenze, in vari casi piuttosto gravi, non si fermano qui: ad esempio, il 10,9% dei contagiati ha sviluppato un'epatite, il 4,1% la trombocitopenia e lo 0,1% un'encefalite.

L'ospedalizzazione si è resa necessaria nel 42% dei casi di complicazioni.

Epidemia da nord a sud

Come detto, il numero di casi segnalati è particolarmente alto. Il mese con meno contagi di morbillo nel 2017 è stato gennaio, quando l'epidemia era appena all'inizio, con 287 segnalazioni. Per fornire un raffronto, nei 4 mesi precedenti (da settembre a dicembre del 2016) i casi riportati furono complessivamente 305, ossia poco di più.

È interessante notare come, sebbene i contagi siano diffusi in quasi tutte le regioni italiane (l'unica ancora a 0 è la Valle d'Aosta), il 90% provenga da appena sette: Piemonte, Lazio, Lombardia, Toscana, Abruzzo, Veneto e Sicilia.

Auspicabilmente, la situazione migliorerà quando a partire da settembre ci sarà il ritorno a scuola e si dovrebbero quindi vedere gli effetti del "Decreto Lorenzin", pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 5 agosto: tra le altre cose il provvedimento prevede come la mancata somministrazione dei vaccini obbligatori precluda l’iscrizione agli asili nido e alle scuole materne.