La sindrome metabolica e la correlata obesità sono strettamente legate al rischio di sviluppare malattie pericolosissime. Uno studio recente ha dimostrato che consumare i pasti da soli fa male alla Salute perché predispone all'eccesso, soprattutto se si tratta del genere maschile. Se un uomo mangia in compagnia, ha meno probabilità di diventare obeso, mentre chi pranza e cena in solitudine rischia maggiormente di ingrassare per una percentuale pari al 45%, con conseguente innalzamento del livello di colesterolo e dei valori pressori.

La ricerca che ha evidenziato questi dati è stata condotta da un team di studiosi dell'Università coreana Dongguk di Seoul, e i risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista "Obesity Research & Clinical Practice".

Il campione esaminato dallo studio si è basato su 7.700 persone adulte, intervistate sulle loro abitudini alimentari dal punto di vista della compagnia o meno nel consumare i pasti. Al termine dell'indagine è emerso che il rischio obesità colpisce soprattutto chi mangia in solitudine per più di 2 volte al giorno, ovvero chi è single o non più sposato, o chi salta i pasti e non mangia mai fuori casa.

Soprattutto gli individui di sesso maschile incorrono nel pericolo di diventare obesi, e possono andare incontro ad un aumento del 64% della possibilità di sviluppare la sindrome metabolica che comprende diabete, obesità e pressione alta. Un vero rischio per la salute, constatato anche nelle donne che consumano i pasti in solitudine, ma in misura meno evidente.

Il genere femminile, infatti, vede crescere l'eventualità di incorrere nella sindrome metabolica del 29%, percentuale che aumenta se c'è predisposizione per malattie coronariche o ictus.

La sindrome metabolica

La sindrome metabolica è una patologia che negli ultimi anni è stata oggetto di particolare attenzione, data la sua diffusione e la sua pericolosità.

In realtà non si tratta di un'unica condizione patologica, ma di più fattori clinici che mettono l'individuo di fronte ad un alto rischio di contrarre malattie come il diabete, deficit cardiovascolari e steatosi epatica, ovvero il fegato grasso.

Questa problematica interessa, purtroppo, quasi la metà degli individui adulti oltre i 50/60 anni d'età, ed è in continuo aumento, poiché è stato appurato che i casi di sovrappeso già in età pediatrica sono sempre più numerosi.

Il fattore di rischio maggiore è dato proprio dai chili di troppo: l'eccesso di grasso corporeo, concentrato nell'area addominale, determina uno squilibrio metabolico che ha come risultato finale l'iperinsulinemia, cioè un elevato livello di insulina nel sangue. Nei casi più gravi, in poco tempo può insorgere il diabete, mentre in quelli di minor entità si riscontra la sindrome metabolica.