Il fruttosio, ritenuto fino a pochi anni fa uno dei dolcificanti più innocui, dev'essere invece usato con moderazione, specialmente nell'alimentazione dei più piccoli e delle donne in dolce attesa. Parecchi studi scientifici collegano lo zucchero derivato dalla frutta, dal miele e da altre fonti all'obesità e al diabete di tipo 2. Le aziende che producono dolciumi e bevande a base di fruttosio, presente sottoforma di sciroppo in succhi di frutta, bibite, the zuccherato, stanno considerando la sua sostituzione dal momento che i bambini sono i principali consumatori dei loro prodotti.

Un recente studio associa il consumo di bevande zuccherate durante la gravidanza all'aumento del rischio di asma per il nascituro causando così un impatto a lungo termine sulla salute del futuro. La ricerca è stata pubblicata su "Annals of the American Thoracic Society" ed è stata condotta dalla dott.ssa Sheryl Rifas-Shiman. La ricercatrice della Scuola di Medicina e del Pilgrim Health Care Institute di Harvard controlla le statistiche mediche nella popolazione infantile e già negli anni precedenti alla pubblicazione aveva notato una correlazione tra l'eccessivo consumo di bibite nei bambini ed il rischio di asma. Nella sua ricerca ha controllato se anche il consumo delle bibite durante la gravidanza potesse avere lo stesso effetto sul nuovo nato.

La ricerca

Durante lo studio sono state esaminate 1068 coppie di madri e bambini. in cui è stato monitorato il consumo di bevande zuccherate e fruttosio sin dalla gestazione; in seguito sono stati esaminati i bambini che avevano compiuto 7/9 anni, registrando i casi di asma diagnosticata. Il risultato ha dimostrato che i figli delle donne che avevano consumato molte bevande zuccherate in gravidanza hanno un rischio maggiore del 63% di avere l'asma rispetto ai coetanei con mamme che hanno consumato poche bibite zuccherine o sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio.

I bambini che consumano zuccheri pari ad un contenuto di fruttosio di 44 grammi giornalieri nei primi tre anni di vita hanno il 64% in più di probabilità di ammalarsi di asma. Mentre gli studi precedenti collegavano l'assunzione di fruttosio solo all'obesità, lo studio Sheryl Rifas-Shiman lo lega strettamente anche all'asma, pur in assenza di obesità.

Si sospetta dunque che l'eccesso di glucosio nella futura mamma possa instaurare fenomeni infiammatori che causano problematiche al polmone del nascituro.

Il test sui topi

I test di controllo sono stati fatti su topi in gravidanza, a cui sono state somministrate dosi di fruttosio al 10% nell'acqua da bere. Si è notato che la prole presentava maggiori rischi per patologie cardiovascolari, ipertensionee, diabete di tipo 2 rispetto a topi le cui genitrici avevano consumato solo acqua. Lo studio poi ha verificato l'impatto a lungo termine, cioè ha controllato la prole una volta raggiunta l'età adulta, ovvero dopo un anno di vita, età che corrisponde alla nostra "mezza età". La TAC ed altri esami diagnostici hanno riscontrato differenze tra le due popolazioni sia per dimensioni del fegato sia per il pannicolo adiposo addominale.

Anche le concentrazioni ematiche di glucosio, colesterolo, insulina e trigliceridi sono state controllate; inoltre è stata testata la leptina, un ormone che viene prodotto dalle cellule adipose per regolare il bilancio delle riserve energetiche. Naturalmente la prole derivata da genitrici a cui era stato somministrato lo zucchero ha presentato livelli alti delle sostanze cercate, pressione sanguigna più elevata e maggio adipe addominale. I topi presentavano anche fegato ingrossato, insulino-resistenza e minori livelli di leptina mentre il colesterolo e i trigliceridi sono rimasti invariati.