Chi studia vive più a lungo: a confermarlo sono i dati del rapporto "L'Italia per l'equità nella Salute" dell'Inmp, richiesto dal Ministero della Salute. I risultati del rapporto sottolineano che chi si è laureato può godere di tre anni di vita in più rispetto a chi non si è iscritto all'Università, fermandosi alla scuola dell'obbligo, e un anno e mezzo in più nei confronti di coloro che hanno il diploma di scuola superiore. Questi ultimi, a loro volta, vantano un anno e mezzo di vantaggio verso gli italiani che si sono fermati alla licenza media inferiore.
La ricerca statistico-scientifica ha messo in evidenza anche che la salute degli italiani è minacciata dalla crisi economica.
Il rapporto dell'Inmp
Studiare permette di vivere più a lungo: questo, in sintesi, l'esito dello studio Inmp (Istituto Nazionale per la promozione della Salute delle popolazioni Migranti ed il contrasto delle malattie della Povertà). Il rapporto, stilato su richiesta del Ministero della Salute, e realizzato anche grazie all'Istituto superiore di sanità, all'Agenas e all'Aifa, dimostra che chi si laurea ha una media esistenziale di tre anni in più rispetto a chi si è fermato alla scuola dell'obbligo. Inoltre gli italiani che hanno frequentato gli istituti superiori hanno la possibilità di vivere un anno e mezzo in più rispetto a quelli che, invece, non hanno proseguito gli studi dopo la scuola dell'obbligo.
Nella documentazione però, è anche emerso che se lo studio migliora la salute, tuttavia questa sarebbe fortemente minacciata dalla crisi economica: infatti molti italiani, secondo i dati riportati dall'Inmp, non si sottopongono a visite specialistiche per scarsa disponibilità di denaro.
I dettagli
Dunque, se da un lato lo studio può avere degli effetti positivi sulla salute, dall'altro è bene ricordare come, purtroppo, non siamo di fronte all'elisir di lunga vita.
Infatti la possibilità di curarsi da malattie viene minacciata dai problemi legati alla crisi economica che non permette a diversi italiani di potersi pagare le visite mediche di cui hanno bisogno.
Nel rapporto "L'Italia per l'equità nella Salute" - come riporta anche "Tecnica della Scuola" - sarebbero esattamente cinque milioni i cittadini italiani (ovvero il 7,8% dell'intera popolazione) che rinunciano a trattamenti terapeutici o alle cure mediche di cui necessitano per mancanza di denaro. Infine è emerso come le difficoltà economiche vadano ad influire sull'inadeguatezza delle abitazioni, altro fattore che incide in maniera negativa sul benessere generale dell'organismo.