Milioni di italiani si sono commossi davanti al triste epilogo della malattia rara che aveva colpito la piccola Sofia De Barros. Inizialmente la piccola si era sottoposta ai trattamenti previsti dalla terapia Stamina, ideata da Davide Vannoni e proposta dalla Stamina Foundation, fondazione da lui presieduta. Alle prime infusioni, effettuate presso gli Spedali Civili di Brescia, erano seguite lunghe battaglie legali a seguito di parere negativo espresso daben due commissioni ministeriali.

La storia

Il metodo Stamina, rivolto alle malattie neurodegenerative, si basa sulla trasformazione di cellule staminali mesenchimali in neuroni senza alcuno stimolo.

Dopo i presunti miglioramenti della piccola, riportati dai genitori con video sui principali social network e trasmessi anche in una nota trasmissione televisiva, nel 2013 il Ministro della Sanità Renato Balduzzi, aveva dato il via libera al proseguimento delle cure, purchè queste fossero accompagnate dal consenso informato dei genitori.

In seguito il protocollo Stamina si era rivelato privo di fondamento scientifico e di ogni validazione che ne dimostrasse l'efficacia terapeutica. Nessuna rivista scientifica ha mai pubblicato nessun articolo sul protocollo Stamina ed i brevetti, che Vannoni aveva dichiarato di aver depositato a tutela del metodo, si sono rivelate semplici domande di brevetto che hanno visto l'iter burocratico concludersi con pareri negativi e rilevamento di gravi lacune.

Moltissimi sono i medici ed i ricercatori che hanno sempre definito il metodo Stamina un trattamento inefficace o addirittura dannoso. Tra questi il noto oncologo Umberto Veronesi ed il Premio Nobel per la Medicina Randy Schekman.

Il metodo è stato definitivamente bocciato

Nel 2014 il metodo è stato definitivamente bocciato dalla Commissione nominata appositamente per valutare una possibile sperimentazione.

Il 26 aprile 2017 Vannoni viene arrestato a Torino, accusato di aver continuato a praticare la terapia definita inefficace su pazienti adescati attraverso i social network ed all'estero, in particolare in Georgia.

I genitori della piccola, Caterina Ceccuti e Guido De Barros, hanno dato vita negli ultimi anni alla ONLUS "Voa Voa, amici di Sofia" per portare sostegno a tutte le famiglie colpite da patologie rare. Tra i progetti della ONLUS vi è anche uno studio avviato con i laboratori di ricerca dell'Ospedale pediatrico Meyer di Firenze.