Il ministero della Salute ha posto l’immediato ritiro dal mercato alimentare di un lotto di provola prodotta nella provincia di Catanzaro dai fratelli Gentile di Carlopoli. Il ritiro si è reso necessario in seguito agli esami effettuati su dei campioni del prodotto incriminato e che hanno evidenziato la presenza del batterio della listeria responsabile di poter sviluppare gravi malattie come la sepsi e la meningite.

Il numero del lotto della provola ritirata dal commercio

Il lotto della provola a pasta filata prodotta negli stabilimenti dei fratelli Gentile interessa la produzione con data di scadenza sulla confezione del 27 gennaio 2018.

Il prodotto risultato dannoso per la salute e ritirato dal commercio riguarderebbe, in particolar modo, la confezione da un chilo e mezzo. La causa scatenante alla base del problema sarebbe stata individuata nella presenza di ‘stoloni’, in pratica degli anomali frammenti di radici delle piante nel prodotto analizzato e ritenuti evidentemente responsabili della contaminazione. Tutti coloro che si dovessero trovare in possesso di questo particolare lotto sono pregati di non consumarlo in alcun modo ma di riportarlo nel punto vendita nel quale era stato acquistato. I consumatori per qualsiasi dubbio e per avere ulteriori informazioni in maniera più dettagliata possono chiamare al seguente numero telefonico 3396168277.

Batterio Listeria monocytogenes: il pericolo in agguato per la meningite

Il batterio Listeria monocytogenes è in pratica un particolare microrganismo che trova facilmente il suo ambiente fertile per prolificarsi, poiché sopporta un range termico molto ampio che va dai 3 ai 45 gradi ed è un potenziale contaminatore di svariati alimenti freschi anche se riposti in frigorifero come i formaggi a pasta molle, carne poco cotta, pesce, pollo, latte non pastorizzato ma anche prodotti ortofrutticoli.

La Listeria è molto diffusa normalmente nell'ambiente e la sua presenza negli alimenti risulta tollerata entro certi limiti, secondo le norme previste dalla comunità europea. La sua possibile manifestazione da contaminazione, in seguito all’assunzione di alimenti non idonei, può arrivare anche a 2 mesi. Se il batterio viene assunto da adulti in buona salute, non dovrebbe comportare rischi molto gravi, evidenziabili esclusivamente da forme di tipo gastrointestinali e rialzo lieve della temperatura con possibile regressione spontanea.

La possibile contaminazione alimentare diventa invece molto più rischiosa per gli anziani e nelle persone particolarmente fragili o in terapia con farmaci che intervengono sul loro sistema immunitario. Nella donna in stato di gravidanza, se l'infezione viene contratta, potrebbe anche determinare la perdita del bambino.