Negli ultimi decenni, si sta sempre più parlando di intelligenza emotiva, un concetto introdotto da Salovey e Mayer nel 1990, e poi studiato e approfondito da Goleman nel 1995. L'intelligenza emotiva si rifà alla teoria delle intelligenze multiple di Gardner del 1983, secondo cui esistono più forme di intelligenza personale. Questi, infatti, ne identificò ben 7 tipologie:

  • intelligenza logico-matematica
  • intelligenza linguistica
  • intelligenza spaziale
  • intelligenza musicale
  • intelligenza cinestetica o procedurale
  • intelligenza interpersonale
  • intelligenza intrapersonale

Proprio gli ultimi due livelli danno vita all'intelligenza emotiva, ovvero l'auto-consapevolezza emotiva e l'empatia.

Salovey e Mayer definiscono questo fenomeno come "la capacità di monitorare le proprie ed altrui emozioni, di differenziarle e di usare tale informazione per guidare il proprio pensiero e le proprie azioni".

L'intelligenza emotiva si divide in 2 livelli, ovvero quello intrapersonale e interpersonale; nei prossimi paragrafi li analizzeremo entrambi.

Livello intrapersonale

La prima abilità di tale livello è conoscere bene le proprie emozioni, perciò l'individuo che possiede tale capacità è in grado di identificare le sue emozioni dando loro un nome, ed esercitando cosi una prima forma di controllo.

La seconda abilità è saper controllare e regolare le proprie emozioni: l'individuo è in grado di gestire l'intensità di un'emozione, senza farsi sopraffare da essa, nonché la capacità di ritardarla, come un tennista che dopo aver ottenuto un singolo punto in una partita ritarda la manifestazione della sua felicità, perché sa che mancano ancora altri punti prima di poter festeggiare la vittoria, ed è necessario rimanere concentrato per gli scambi successivi.

La terza ed ultima competenza di questo livello è saper motivare se stessi. Questa capacità è molto importante e utile per la vita di tutti i giorni e per raggiungere obiettivi futuri, dato che i soggetti che riescono a padroneggiare tale abilità riescono ad incanalare e concentrare le proprie emozioni per portare a termine qualsiasi sfida gli si pone davanti.

Inoltre sono in grado di reagire con ottimismo agli insuccessi e ai periodi di frustrazione.

Livello interpersonale

Il primo livello si concentra su capacità personali, mentre quello interpersonale riguarda essenzialmente due abilità rivolte alle relazioni con altre persone.

La prima disposizione è riconoscere le emozioni altrui.

Gli individui capaci di riconoscere il manifestarsi di un'emozione in un altro individuo, riescono a captare il linguaggio del corpo, il tono di voce e altri segnali che permettono di comprendere la situazione emotiva della persona che si trovano davanti, capacità che può essere chiarita con una semplice parola, ovvero "empatia".

La seconda attitudine è quella di gestire le relazioni, grazie alla quale un soggetto è in grado di gestire le emozioni degli altri e non solo di riconoscerle, riuscendo a risolvere i conflitti più facilmente rispetto a chi non possiede tale capacità, dato che comprende e sa disperdere emozioni negative durante, per esempio, una lite. Inoltre è in grado di influenzare e comunicare efficacemente con gli altri, poiché abile nel non farsi prevalere dall'ansia o dalla rabbia.

Ovviamente ogni persona potrà dimostrarsi più dotata in un'abilità e più carente in un'altra, oppure sarà competente allo stesso modo in tutte e 5 le caratteristiche, motivo per cui nessuna abilità esclude o include un'altra. Oltretutto, ogni attitudine può essere colmata o appresa grazie a specifici allenamenti e ad un'alfabetizzazione emotiva.

Intelligenza emotiva o Intelligenza cognitiva?

L'intelligenza emotiva non va confusa con quella cognitiva. Infatti la seconda viene espressa attraverso il QI, e inoltre le 2 intelligenze non si sostituiscono ma, al contrario, sono parte dell'intelligenza complessiva della persona: soggetti che hanno una notevole intelligenza cognitiva ma hanno scarso controllo emotivo possono essere competenti come professori, ma difficilmente avranno successo con relazioni e rapporti sociali e viceversa.

Proprio per questo sarebbe utile insegnare l'alfabeto emotivo nelle scuole sin dalla tenera età, poiché una maggior comprensione delle proprie emozioni e di quelle degli altri rende la vita più serena e meno frustrante, rendendo noi stessi capaci di affrontare situazioni problematiche senza uscirne traumatizzati, facendo sì che i momenti più belli della nostra vita diventino indimenticabili.