Un “Sentimento intuitivo o istintivo distinto da ragionamento e conoscenza”: questo secondo l’Oxford English Dictionary è un’emozione. In effetti, vi sono varie componenti evolutive collegate all’istinto, che le hanno rese uno strumento essenziale per la sopravvivenza della specie, ma anche il fulcro della nostra essenza “umana”. Il termine però va riferito anche a pensieri, condizioni psicologiche e biologiche che lo contraddistinguono, nonché alle propensioni legate all’agire che sembrerebbero di natura universale.

Le Emozioni fondamentali che andremo ad analizzare sono 6:

—Paura

—Gioia

—Collera

—Sorpresa

—Disgusto

—Tristezza

Lo psicologo Paul Ekman della University California di San Francisco, ha dimostrato che le espressioni facciali specifiche legate a queste emozioni sono riconosciute in ogni cultura del mondo, compresi popoli analfabeti non in contatto con cinema e televisione.

Già Darwin notò l’universalità delle espressioni e la giudicò come una prova del fatto che le forze evolutive avevano impresso questi segnali nel nostro sistema nervoso centrale.

Cosa succede quando proviamo un’emozione?

Vediamo in dettaglio le funzioni collegate all’azione e al nostro istinto di ogni emozione fondamentale:

• Quando proviamo paura, il sangue affluisce verso i grandi muscoli permettendo una fuga più facile e reattiva e portando sul volto il tipico pallore, causato da una minore irrorazione temporanea. Le aree cerebrali preposte alla regolazione dello stato emotivo, liberano grandi quantità di ormoni in grado di porre l’organismo in uno stato di allerta, rendendolo pronto all’azione e focalizzando l’attenzione sul problema da affrontare col fine di valutare quale sia la risposta migliore.

• Se siamo felici il principale cambiamento biologico risiede nella maggiore attività di centri cerebrali dediti all’inibizione di sentimenti negativi, aumentando così l’energia a disposizione. Il nostro corpo è in uno stato di “quiete” che gli permette di riprendersi più velocemente da eventi negativi, e ad affrontare con entusiasmo qualsiasi traguardo da raggiungere.

• Nella collera il sangue giunge alle estremità degli arti affinché sia più facile prendere un arma, fare uno scatto o colpire l’avversario; il battito aumenta, una grande quantità di ormoni, tra i quali l’adrenalina, viene liberata permettendo all’organismo di sopportare un notevole stress.

• Quando siamo sorpresi, la prima azione compiuta è quella di alzare le sopracciglia, per consentire ad una quantità maggiore di luce di raggiungere l’occhio e quindi di avere una visuale migliore su ciò che sta accadendo di inaspettato.

Tutto questo permette di raccogliere più informazioni su quello che ci circonda e di pianificare rapidamente l‘azione da compiere in risposta.

• Il disgusto, che dal volto lo possiamo riconoscere ad esempio da un’arricciamento del naso o dal labbro superiore sollevato, indica un tentativo istintivo di chiudere il naso quando veniva rilevato un odore tossico o di espellere una sostanza dannosa per l’organismo.

• La tristezza viene in presenza di una perdita, come un lutto o una delusione ed ha la funzione principale di aiutarci a metabolizzare ciò che ci è accaduto. Infatti la tristezza porta con se un abbassamento dello stato di attivazione nel nostro organismo, rallentando anche, in alcuni casi, il metabolismo.

L'isolamento che ne consegue da la possibilità di elaborare ciò che ci ha reso infelici e di essere pronti a ricominciare una volta superato il tutto. Probabilmente per i primi esseri umani questa caduta di energia poteva servire a tenerli al sicuro in punti protetti come villaggi o rifugi, nei momenti di difficoltà.