Dopo Charlie Gard, il caso del bambino inglese al centro di una lunga querelle giudiziaria, è la volta di un altro piccolo angelo, Isaiah Haastrup, a scuotere la coscienza non solo della società civile britannica. Isaiah ha undici mesi ed è nato con un grave danno cerebrale alla nascita e riesce a sopravvivere solo grazie ai macchinari ai quali è attaccato costantemente.
Staccate la spina
Condizioni per le quali i medici del King's College Hospital, dove Isaiah è ricoverato, hanno presentato istanza presso l’Alta Corta affinché permettesse loro di sospendere ogni trattamento clinico.
Per i medici ci sono evidenti prove scientifiche che il piccolo non risponde alle stimolazioni.
Come con il piccolo Charlie, anche per Isaiah arriva, fredda e spietata, la sentenza dei giudici dell’Alta Corte del Regno Unito. Il giudice McDonald, pur dichiarandosi affranto nel prendere tale decisione, si è trovato d’accordo nel giudicare le condizioni del bimbo gravissime e che non sia "nel miglior interesse di Isaiah continuare così".
I genitori del piccolo, Takesha Thomas e Lanre Haastrup, com’è naturale, si oppongono a questa sentenza. "Sappiamo che Isaiah ha subito un danno, ma siamo convinti che abbia bisogno di amore e noi siamo disposti a percorrere con lui questo percorso" ha affermato la madre Takesha.
"Per nessuno, e meno che mai a un bambino, può essere deciso che non si ha diritto a vivere" e poi ha aggiunto "noi siamo i genitori, non spetta a giudici e a medici decidere".
Una nuova Sparta?
Quanto può essere labile il confine fra la pietas e l’amore di un genitore? Chi può decidere cosa su questi temi? Come per il piccolo Charlie il dibattito sarà lungo e aspro, rendendo queste piccole vite, e i loro cari, due volte vittime.
Può la legge, anche di fronte a siffatte condizioni, espletare un ruolo di boia di là dell’amore, sacrosanto, di un genitore? E quanto interferiscono in queste decisioni gli eventuali costi, spesso a carico della collettività, per permettere ad altri Charlie e Isaiah di sopravvivere? Abbiamo da sempre fondato la libertà dell'uomo attraverso il principio dell'autodeterminazione dell'individuo: vale per tutti, anche per chi, come Isaiah, non può decidere? Rischiamo seriamente una nuova società sul tipo Sparta se non affrontiamo questi argomenti a 360°, senza ipocrisie e falsi moralismi. Lo dobbiamo a Charlie, a Isaiah, a Dj Fabo, a Eluana.