A seguito del passaggio in Parlamento del disegno di legge Lorenzin, approvato in via definitiva lo scorso 18 dicembre, il lavoro di psicologo viene annoverato tra le professioni sanitarie, compiendo così un grande passo avanti verso una cura totale della persona.
La tutela della Salute è infatti stabilita dalla Costituzione come un diritto imprescindibile dell’individuo e quindi ogni persona avrà diritto a cure psicologiche gratuite se ne avesse bisogno (come già accadeva per altre professioni sanitarie) e saranno inoltre applicate maggiori tutele del professionista e del paziente stabilite dal Ministero della Salute (e non più da quello di Giustizia come avveniva in precedenza).
Molti professionisti leggono l’approvazione di questo disegno come un lungamente atteso riconoscimento al proprio lavoro, che ha ricoperto un ruolo sempre più importante all’interno della cultura del nostro tempo.
Nonostante la professione di psicologo sia riconosciuta e regolamentata a partire dal 1989, da allora si è sviluppata lungamente e si è divisa in una serie di diverse specializzazioni che, sebbene convergano sul tema fondamentale della Psicologia, spesso portano a conclusioni e metodi di cura completamente differenti e in alcuni casi non efficaci, che quindi necessitano di un nuovo impianto di regole meno blande.
Nuove tutele
La nuova legge tutela inoltre gli psicologi con regole più restrittive e multe più care del 50% per quanto riguarda gli abusi di professione che costituiscono una piaga sia per chi millanta capacità curative che non possiede sia per chi semplicemente esercita senza una regolare iscrizione all'albo.
Tra questi sono enormemente frequenti figure professionali come counselor o coach che, sebbene facciano parte di una professione riconosciuta ma non regolamentata, troppo spesso si occupano di casi che non sono di loro competenza, se non addirittura di somministrare psicoterapia o consigliare farmaci.
Questo tipo di restrizioni sono ora più che mai necessarie, poiché proprio a causa di una politica universitaria non coordinata con le esigenze di mercato, si è consentito di iscriversi all'università e laurearsi ad un numero di psicologi superiore alla domanda, creando così una forte disoccupazione in questo campo.
Inoltre, il mercato oltremodo saturo della professione di cura psicologica ha contribuito all'abbassamento del guadagno medio sotto la soglia di altre professioni molto meno qualificate. Ciononostante questa professione rimane una scelta che chi la intraprende compie per passione e desiderio di contribuire al benessere comune.
E forse si tratta proprio di questo: il DDL Lorenzin riconosce agli psicologi una funzione sociale che compiono da anni attraverso la cura di individui, famiglie e varie realtà sociali.