Nel giro di un mese 4 persone si sono ammalate di influenza. Apparentemente questa affermazione potrebbe sembrare la più banale del mondo. La Spezia però ha reagito in una maniera assolutamente sproporzionata. I macellai hanno visto un crollo spaventoso nelle vendite di carne di maiale. Cosa c'entra? Il virus che ha creato lo spauracchio generale è stato il celeberrimo H1N1. Questa sigla negli ultimi anni è diventata famosa proprio in associazione al termine popolare di "influenza suina". Fatta eccezione per un caso tra i 4 sospetti, che si trattava di polmonite, il ceppo incriminato ha avuto conseguenze effettivamente serie sulla salute degli ammalati.

Addirittura in due casi si è reso necessario il ricovero in rianimazione e terapia intensiva. Di lì a scatenare il panico il passo è stato estremamente breve. A diventare virale più che l'influenza è stata la notizia. Internet ha rimbalzato l'allarme che nel giro di poco tempo ha creato un timore del tutto fuori luogo.

La psicosi di La Spezia

C'è un dato reale che preoccupa, ovvero che la Liguria è una regione particolarmente colpita dall'influenza stagionale. I contagi dal virus H1N1, secondo una conferma della Asl locale, dal mese di settembre 2017 sono stati circa la metà del totale. Su 381 episodi di influenza considerata grave ben 64 persone hanno perso la vita. Va ricordato che nel conteggio vengono considerati anche i pazienti più fragili come gli anziani.

Dal cibo non ci si ammala di 'suina'

Un numero da far paura: 25% in meno di consumo di carne nella provincia di La Spezia. Quel parallelismo tra il nome della patologia "influenza suina" e il cibo che portiamo in tavola è scattato automaticamente. Peccato che non ci sia nessun fattore di rischio causato da una bistecca, da uno spezzatino o da un brodo di carne.

Con la forchetta non ci si ammala di influenza H1N1, come sarebbe più corretto chiamarla. La trasmissione dell'influenza può avvenire esclusivamente con il contatto diretto con le persone già affette, quello che succede esattamente con ogni altra normalissima patologia influenzale invernale. Confcommercio è dovuta intervenire tramite Federmacellai, la sezione specifica che si occupa della tutela degli operatori del settore, rassicurando totalmente i consumatori sulla sicurezza delle carni.

Fake news e influenza

Quello di La Spezia è solo l'ultimo caso di fake news che ha un contraccolpo reale sulla società. Il ricorso ai vaccini in diminuzione, dovuto spesso a superstizioni alimentate dal web e notizie fuorvianti, è un problema serio e concreto. Per l'influenza stagionale valgono tutte le raccomandazioni tradizionali: evitare i luoghi affollati, fare attenzione ai bambini e agli anziani che sono i soggetti più a rischio, lavarsi bene le mani.