A Nuoro il primo caso di dolce morte dopo l'approvazione della legge sul biotestamento. La donna aveva 49 anni ed è morta sabato all'interno della propria abitazione. Era affetta da Sla, la terribile malattia il cui nome completo è sclerosi laterale amiotrofica. Al capezzale è arrivato un team di medici tra i quali uno psicologo, un anestesista, un rianimatore, un palliativista e il medico di base. Oltre al personale sanitario c'erano due persone in qualità di testimoni affinché la procedura potesse essere portata legalmente a termine. La nuova normativa, recentemente varata dal Parlamento e entrata in vigore a gennaio, dunque, trova applicazione con questo primo caso.

Patrizia Cocco stava combattendo ormai da 5 anni contro questa patologia senza via d'uscita. Troppa la sofferenza per continuare la battaglia. Comunicava con l'esterno grazie a una complessa apparecchiatura che legge il movimento degli occhi. Non ce la faceva più e voleva soltanto smettere di soffrire. Per almeno 4 volte, in linea con le prescrizioni della legge, aveva chiesto l'interruzione di tutti quei trattamenti artificiali che la tenevano in vita. Era arrivato il momento della fine, quando la dignità non c'è più e i dolori indescrivibili sono l'unica cosa che si riesce ad avvertire.

La sedazione prima della dolce morte

La dolce morte è arrivata naturalmente. Patrizia non sarebbe vissuta senza ricorrere alla ventilazione meccanica.

Però il problema di staccare la spina, nel senso letterale del termine, si pone quando si vogliono interrompere le sofferenze senza provocare dolore. Per cui la donna è stata assistita e sedata dai medici preposti a compiere queste manovre per azzerare qualsiasi stimolo e per condurre serenamente la paziente nell'ultimo viaggio.

Patrizia si era anche rivolta proprio all'Associazione Luca Coscioni, per provare a capire come avrebbe potuto fare a mettere fine a queste sofferenze. La questione legale aperta col Tribunale per ottenere il riconoscimento dell'interruzione volontaria delle cure si era velocizzata notevolmente con l'approvazione della legge sul biotestamento.

A poco tempo dalla morte di Dj Fabo

La trasmissione Le Iene aveva portato alla ribalta il caso di dj Fabo, un ragazzo che aveva deciso di andare in Svizzera perché in Italia non poteva ricorrere ad alcuna pratica di eutanasia, suicidio assistito o morte per sedazione ed interruzione delle cure. Marco Cappato, leader dei Radicali, si era offerto per accompagnarlo nella struttura dove poi Dj Fabo ha trovato la morte per sua scelta. Il caso ha innescato una presa di coscienza collettiva e il Parlamento ha approvato la legge sul biotestamento. Patrizia Cocco è la prima paziente, nel nostro Paese, che ricorre a questa pratica in maniera legale.