Tutta la comunità scientifica internazionale è d'accordo sul fatto che l'Ipertensione arteriosa sia il fattore determinante da tenere sotto controllo per poter prevenire malattie cardiovascolari potenzialmente letali come l'infarto o l'ictus. D'altra parte, il dibattito fra gli esperti si è sempre concentrato su quali sarebbero i valori pressori ideali da mantenere e quali, invece, rappresenterebbero un campanello d'allarme. Ora due alte istituzioni mediche americane riaccendono la polemica proprio su questo specifico fattore. Considerando che gli americani sono stati i primi, sulla fine degli anni Quaranta, a individuare, come messo in risalto anche dall'edizione online del Corriere della Sera, una correlazione diretta tra ipertensione arteriosa e comparsa di infarto e di ictus, la polemica non è peregrina.

Tanto più che gli esperti americani individuerebbero un range di valori estremamente ristretto da tenere sotto controllo. La loro opinione, quindi, rischia di influire profondamente sull'approccio terapeutico mondiale a questa patologia.

Le nuove linee guida

Prima di illustrare le nuove indicazioni fornite dall'American College of Cardiology e dal dall'American Heart Association, bisogna precisare che quelle attualmente seguite in Italia e nel resto dell'Unione Europea sono state codificate cinque anni fa nel 2013 dall'European Society of Cardiology e dall'European Society of Hypertension e dovrebbero essere riviste entro il prossimo giugno 2018, quando verranno presentate le nuove indicazioni durante il congresso che si terrà a Barcellona.

Per quanto riguarda le indicazioni fornite dalle istituzioni americane, queste suggeriscono che la pressione si può definire normale solo fino a quando la massima si trova al di sotto dei 120 millimetri di mercurio e la minima al di sotto degli 80 millimetri di mercurio. Le autorità mediche europee, invece, utilizzano dei criteri più elastici.

infatti, anche per queste ultime i valori suddetti sono considerati ottimali. Ma la pressione viene giudicata normale, anche se tendente all'alto, fino a quando si trova nel range di valori compresi tra 139 millimetri di mercurio di massima e 89 millimetri di mercurio di minima.

Superati questi livelli gli esperti americani considerano la pressione alta e a seconda del livello raggiunto sia dalla massima che dalla minima distinguono in pressione elevata, che se associata ad altri fattori di rischio cardiovascolare potrebbe richiedere un trattamento a base di farmaci e ipertensione di grado 1 e ipertensione di grado 2 che devono essere trattate obbligatoriamente con farmaci.

Le perplessità italiane

Ovviamente, come fa notare il Professor Giuseppe Mancia, dell'Università di Milano - Bicocca, l'approccio terapeutico americano, se dovesse venire adottato a livello internazionale, prevederebbe che un maggior numero di soggetti ipertesi, anche se in forma lieve, dovrebbero far ricorso a farmaci: Mentre, attualmente, le linee guida prevalenti a livello europeo cercano di limitare l'utilizzo di farmaci e di modificare, in primo luogo, gli stili di vita. In pratica, i farmaci vengono considerati come l'ultima risorsa per tenere sotto controllo la pressione alta. Inoltre, come fa notare ancora l'accademico milanese, dovrebbero essere trattati farmacologicamente anche molti pazienti anziani con il rischio concreto di un abbassamento eccessivo della pressione che può avere conseguenze gravi sulla Salute di questi soggetti.

Infatti, può portare ad un ridotto apporto di sangue e, quindi, di ossigeno e sostanze nutritizie ad organi nobili come cervello, cuore, reni.

Infine, come nota Enrico Agabiti Rosei, Past President dell'Esh, diversi studi hanno dimostrato che il vantaggio di una riduzione della pressione tramite farmaci è massimo nei soggetti con una pressione di 140 - 90. E sotto questo livello il vantaggio diminuisce progressivamente. D'altra parte, il suggerimento di associare immediatamente due farmaci, dato dagli esperti americani, sembra estremamente condivisibile, sopratutto quando il soggetto iperteso ha valori pressori molto alti. Di conseguenza, ci sono indicazioni valide, ora bisogna vedere se anche le autorità europee si adegueranno.