Grandissimo passo nel settore oncologico con l'introduzione di un nuovo biomarcatore, il Tmb (Tumor Mutational Burden) per tutti i pazienti affetti da tumore ai polmoni o altre neoplasie che presentano elevate mutazioni genetiche. Parliamo di qualcosa di rivoluzionario, dove agendo direttamente sul sistema immunitario lo si addestra e fortifica con lo scopo di combattere il cancro, combinando metodi ad hoc per i pazienti.
Cura genica
L'immunoterapia viene applicata in seguito alla somministrazione del biomarcatore Tmb che, dopo aver individuato le alterazioni molecolari del tumore, permetterà all'oncologo di stabilire chi potrebbe rispondere meglio alla terapia.
La validità del Tmb è stata confermata dallo studio di fase chiamato "CheckMate-227", presentato al Congresso dell'American Association for Cancer Research a Chicago. Il Tumor Mutational Burden, ha una grande forza predittiva in quanto è in grado di analizzare fino a 500 geni, permettendo ai medici di adottare il trattamento più adeguato su ogni singolo paziente.
L'immunoterapia
Che cos'è invece l'immunoterapia in sé? Si tratta di un nuovo procedimento che permette al nostro sistema immunitario di reagire distruggendo le cellule cancerogene grazie all'assunzione di due farmaci: il Nivolumab e l'Ipilimumab. Queste due molecole vengono somministrate in modo personalizzato, calibrando dosi e cicli sulla base delle mutazioni genetiche presentate dal paziente ed evidenziate dal Tmb.
Ciò che di strabiliante è stato osservato per i casi in cui le mutazioni genetiche sono elevate, è che maggiore è il numero di queste e più incisiva si è verificata l'immunoterapia. "Conoscere la biologia del tumore - dichiara F. Cappuzzo, direttore del dipartimento di Oncoematologia dell'Ausl Romagna - ci guida nella pratica clinica e permette di discutere col paziente della strategia globale del trattamento piuttosto che dire: facciamo due cicli di chemioterapia e poi vediamo che succede".
E infatti ci troviamo davanti a una tecnica decisamente positiva oltre che per la Salute fisica anche per quella mentale del paziente, il quale non si vedrà decadere giorno per giorno. Dai profondi cambiamenti legati all'aspetto e alla forza fisica, alla forte demotivazione morale che ne segue, la qualità di vita migliorerebbe e sicuramente per un soggetto affetto da cancro, si parla di una grande conquista.
Inoltre il tasso in percentuale di evitare una ricaduta da lì a un anno, nei pazienti trattati con le due molecole, è del 43% contro il 13% della chemioterapia classica. Il Tmb si sta rivelando un affidabile marcatore, i ricercatori dell'Istituto Nazionale Tumori Pascale di Napoli e l'Assocazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) lavoreranno presto per stilare il primo registro nazionale contenente le varie tipologie di mutazioni genetiche, in modo da studiarle accuratamente e stabilire l'immunoterapia più adeguata. Ci auguriamo che la ricerca vada sempre più avanti sul campo oncologico apportando migliorie all'attuale chemioterapia o introducendo sempre più tecniche come l'immunoterapia; di certo questo, comunque, è un grosso passo in avanti.