Si può andare al Pronto Soccorso per dei disturbi mentali? A quanto pare si. E' il Rapporto Salute Mentale a raccontare quest'aspetto attraverso un'accurata indagine dei dati. Sarebbero, infatti, davvero tanti i pazienti che si sarebbero rivolti alle strutture di pronta assistenza per patologie tutt'altro che "acute". Stati d'ansia, attacchi di panico e nevrosi in genere rappresentano le motivazioni per le quali si sceglie di rivolgersi ad uno dei centri di pronta assistenza presenti negli ospedali italiani. A rendere l'idea in maniera netta ed indiscutibile sono i numeri contenuti nel Rapporto Salute Mentale pubblicato dal Ministero della Salute.
Disturbi psicologici e assistenza
I numeri raccontano di quasi seicentomila persone che si recano in Pronto Soccorso per disturbi di natura psichica. A volte pare basti una crisi di natura emotiva e magari il timore di essere vittime di patologie più serie affinché ci si renda protagonisti di un viaggio verso l'ospedale più vicino. 575.416 un dato che, più o meno, equivale agli abitanti di una delle maggiori città italiane. Tra loro, tuttavia, ci sono anche persone che lamentano problemi a carattere neurovegetativo o disturbi comportamentali derivanti da problemi conclamati seri. Diversi esperti raccontano che questo rivolgersi al Pronto Soccorso sia il frutto di una diffusione troppo poco capillare dei Dipartimenti di Salute Mentale che, se presenti in numero più ampio sul territorio, potrebbero ammortizzare questo flusso di pazienti verso strutture che, almeno in teoria, dovrebbero accogliere altro tipo di pazienti.
E' emergenza in Italia?
Dando un'occhiata ai numeri ci si pone il dubbio se l'Italia possa essere considerata un paese a rischio riguardo alla possibilità che possa essere un territorio favorevole alla propagazione di patologie psichiatriche e psicologiche.
Occorre sottolineare però che dentro quel calderone ci sono tanti pazienti, tra cui diversi adolescenti, che scelgono il Pronto Soccorso per curare dei semplici stati d'ansia. E sono anche e soprattutto questi "modelli" a ingigantire i numeri. Sarebbe sbagliato, inoltre, rimpiangere i tempi in cui non era stata ancora emanata la Legge Basaglia.
Quella, per intendersi, che ha portato alla chiusura degli ospedali psichiatrici. L'Italia, al tempo, venne portata agli onori delle cronache europee per aver rappresentato un modello d'avanguardia che ha trasformato il paziente psichiatrico dall'essere un "soggetto da limitare" a una persona che può essere oggetto di una terapia funzionante e finalizzata alla possibilità di reintrodurlo all'interno di un contesto sociale.