Al congresso Asco, un ente che si occupa della ricerca contro i carcinomi, è stato presentato uno studio secondo il quale l’assunzione di aspirina a dosi contenute contribuirebbe alla prevenzione del cancro all’esofago, compresa anche la metaplasia denominata esofago di Barrett. Questa patologia, spesso in correlazione con il carcinoma dell'esofago, è dovuta principalmente al reflusso gastrico e, seppur non sia un argomento molto trattato se non in specifici ambienti medici, è molto più diffusa di quanto sembra.

La ricerca condotta dall’ASCO

Soffrire di problemi di reflusso gastrico comporta, oltre le conseguenze intrinseche allo stesso problema, anche una probabilità dieci volte più elevata di poter contrarre l’esofago di Barrett, del quale l’esacerbazione potrebbe sfociare nella diagnosi di un tumore all’esofago.

La ricerca contro questo tipo di cancro è stata presentata ad un congresso annuale, quello dell’Asco, dove si riuniscono gli oncologi più esperti per cercare di trovare una soluzione, forse anche palliativa, a questa piaga che miete moltissime vittime l’anno. I ricercatori, per prevenire la comparsa del cancro all’esofago, hanno ipotizzato l’aggiunta dell’aspirina al trattamento terapeutico attuato per combattere l’esofago di Barrett, così da contrastare il reflusso gastrico e trasversalmente anche la comparsa del cancro all’esofago.

Lo studio è stato condotto per circa nove anni su più di 2.500 pazienti malati di esofago di Barrett provenienti dagli ospedali britannici o canadesi: essi sono stati suddivisi in quattro gruppi, differenti a seconda del tipo di applicazione terapeutica, ed il fortunato di loro è stato quello nel quale il trattamento constava dell’assunzione di una grande dose di PPI (Pompa Protonica) ed una bassa dose di aspirina.

Nonostante gli studi, gli oncologi hanno comunque consigliato questo tipo di trattamento terapeutico-preventivo soltanto alle persone che soffrono di gravi problemi di reflusso gastrico, come appunto coloro che sono malati dell’esofago di Barrett, e non a coloro che soffrono di problemi gastrici lievi: per loro potrebbe risultare periglioso e non lenitivo.

Non solo: questo tipo di trattamento, applicato a lungo termine, favorirebbe il presentarsi della patologia psicologica della demenza, oltre ad ulteriori conseguenze, quali diarrea e sanguinamento.

Prevenire il carcinoma grazie all'omeostasi

Sarebbe interessante pensare come il nostro non sia solamente un involucro contenente la nostra persona in quanto tale, la nostra essenza, il nostro tutto, ma sia anche una sorta di macchina animata che funziona grazie alle nostre emozioni, se visto come solo corpo.

Dovremmo prendere in considerazione il fatto che se il nostro corpo, in quanto solo corpo, e non in quanto costituente della persona, se gode di salute, se ha raggiunto l’omeostasi (equilibrio corporeo), può anche automaticamente aiutarsi nella prevenzione di malattie gravi, quali appunto il cancro. D’altronde pensiamo sia bene specificare che il dolore fisico è il dolore del corpo in quanto corpo, noi semplicemente proviamo dolore poiché “ci siamo dentro”. Il dolore dell’Io, la 'malattia mortale' direbbe Kierkegaard, quello è il patire dell’essenza.

Un corpo che riesce ad arrivare alla propria omeostasi, allo star bene con sé stesso in quanto tale, conduce un’esistenza migliore poiché in pace con sé stesso, poiché avente quella letizia che tanto desidera.

Un corpo che ha raggiunto questo stato d’estasi in sé stesso, è un corpo che gode della voglia di non solo esistere, ma anche di vivere e non riversare in uno stato di stoica apatia, semplicemente perché tutto è così perché deve essere così. Niente è statico in quanto tale, ma, come direbbe Eraclito: 'Tutto scorre'. Anche noi siamo soggetti a cambiamenti continui.

Prendere coscienza del divenire, prendere coscienza dell’essere mutevoli, del proprio essere forse caduchi e non patirsene, ma esserne invece orgogliosi, poiché migliorabili, e non solo esacerbabili, dovrebbe essere la nostra spinta vitale verso il voler vivere. Quando raggiungeremo un grado di consapevolezza così alto allora potremo anche raggiungere l’omeostasi fisica: il nostro corpo avrà quella carica vitale che lo spingerà a rimanere in vita, a combattere contro qualsiasi evenienza gli si presenti, fisica e non.

Carcinoma o raffreddore che sia, il nostro corpo cercherà di essere in grado di prevenire o combattere, in caso di presentazione, qualsivoglia problema. Lo star bene con sé stessi è medicina più di qualsiasi altro tipo di trattazione terapeutica. E' la medicina del vivere, del voler vivere, quella che aiuta davvero.