Le vacanze estive sono ormai ad un tiro di schioppo e chi può resistere alla tentazione di piazzarsi di fronte allo specchio per aprire le danze della fatidica "prova costume"?

E forse, proprio in vista della prova costume, e per non sfigurare sotto l'ombrellone, abbiamo fatto immani sacrifici a tavola, rinunciando alle più golose tentazioni, e frequentato la palestra con grande spirito di sacrificio e la pazienza di Giobbe per liberarci dell'antiestetica ciccia. Eppure..... malgrado tutto, la pancetta, con tanto di rotolini di grasso e maniglie dell'amore, può ancora essere tanto svettante sul giro vita che sembra stia per intonare le "quattro parole" di una famosa canzone di Vasco Rossi: "Io Sono Ancora Qua!" Eh già......

Ma perché la pancetta è ancora là? Può essere tutta colpa dello stress, ed il motivo lo si può spiegare con la cosiddetta "reazione da stress", così definita dal neuroendocrinologo Hans Selye.

La reazione da stress

deriva da un insieme di reazioni a catena, derivanti dall'attività dell'asse ipotalamo-ipofisi-surrene, e consta di tre fasi:

- reazione di allarme;

- reazione di resistenza o adattamento;

- reazione di esaurimento.

Da queste tre queste fasi, la reazione da stress si può distinguere in acuta e cronica a seconda della durata della fase di resistenza, che può variare da pochi minuti, nell'arco di una giornata, oppure durare mesi o anni.

E, dunque, che cosa succede fisiologicamente durante la reazione da stress ed, in particolare, durante la fase di resistenza?

E, soprattutto, che cosa ha a che fare tutto questo con il grasso addominale?

Le cellule dei nostri organi vivono di glucosio che, in condizioni di Benessere psico-fisico, grazie alla produzione di insulina dal pancreas e quella del cortisolo dalle ghiandole surrenali (stimolata dal sopracitato HPA) riesce a persistere nella circolazione sanguigna entro livelli ottimali, che possono oscillare da un minimo di 50-60 mg/dl ad un massimo di 110-120 mg/dl.

Cosa succede in caso di "stress cronico"?

Normalmente, durante la fase di resistenza dello stress l'organismo brucia maggiore quantità di glucosio riducendone la quantità in circolo che, al di sotto di una certa soglia ( 50 mg/dl), attiva l'asse ipotalamo-ipofisi-surrene portando ad una maggiore produzione del prodotto finale e cioè del Cortisolo.

L'azione del Cortisolo è volta al ripristino del livello ottimale di glucosio in circolo attraverso la neoglucogenesi, cioè stimola fegato e reni al catabolismo delle proteine per trasformarle in glucosio utile a mettere in condizione l'organismo di reagire efficacemente contro la situazione di stress.

Ma non solo. Il Cortisolo entra in gioco anche in altre situazioni di allarme dell'organismo, come ad es. in caso di infezioni (stimolando maggiormente la ghiandola timo il cui compito è quello di portare a maturazione i linfociti che riconoscono e distruggono le cellule infette) ed in altre situazioni di stress come quelli psicologici, as es. sostenere un esame ecc.

E dunque, come è collegata la reazione da stress con la persistenza del grasso addominale?

Uno stato di forte tensione psico-fisica da stress cronico, che richiede un perenne stato di "reazione di resistenza" (quindi livelli di Cortisolo elevati in circolo), provoca la demolizione delle proteine delle masse muscolari "lasciando indisturbate le cellule della massa grassa": specialmente quelle che compongono l'odiosa pancetta!

I sintomi da reazione allo stress cronico

- insonnia;

- stanchezza eccessiva;

- persensibilità al dolore;

- amnesia dissociativa

- irritabilità ed instabilità emotiva;

- voglia di dolciumi;

- spesso problemi di raffreddore ed infezioni;

- tendenza ad ingrassare, anche con un alimentazione corretta ed esercizio fisico;

- calo della libido.

Quali soluzioni si possono adottare in linea di massima, oltre che farsi prescrivere un regime dietetico ad hoc da un dietologo?

Innanzitutto è bene:

- limitare al minimo il consumo di caffeina;

- dormire almeno 7-8 ore per notte;

- stabilizzare i livelli di zucchero e cortisolo nel sangue assumendo pasti bilanciati ed equilibrati con carboidrati a basso indice glicemico, ricchi di fibre e con pochi grassi saturi.

- evitare di saltare pasti, come la colazione al mattino;

- allontanare persone negative;

- praticare un hobby rilassante e gratificante;

- praticare tecniche di rilassamento e controllo della respirazione come la meditazione e lo yoga.