Lo studio è limitato ad un campione di 2704 giovani residenti in tre differenti province del Lazio (Roma, Latina e Frosinone), di età compresa tra 13 e 20 anni. Obiettivo era indagare quanto è diffusa l’abitudine di bere saltuariamente una notevole quantità di bevande alcoliche e quali conseguenze ci potessero essere sulla salute. Oltre il 6% dei ragazzi che ha l’abitudine dello sballo, detto anche con un inglesismo “binge drinking”, nonostante la giovane età, ha già problemi di salute.

Uno studio osservazionale

Si sta diffondendo tra i giovani l’abitudine di ritrovarsi uno o più giorni la settimana, soprattutto il sabato sera, e consumare in poco tempo una discreta quantità di bevande alcoliche.

Questa forma di “sballo” può portare a gravi conseguenze sulla salute. Adesso lo ha dimostrato uno studio coordinato da due ricercatori romani, il professor Giovanni Addolorato, direttore dell’Unità Operativa Semplice di Area (UOSA) Patologie Alcool, e il professor Antonio Gasbarrini, direttore Area Gastroenterologia ed Oncologia Medica della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS – Università Cattolica.

Sono stati coinvolti 2704 giovani studenti (13-20 anni) frequentanti le scuole di Roma e di altre città del Lazio. Questi giovani hanno risposto alle domande di un questionario che mirava a conoscere le loro abitudini in merito al consumo di alcol, droghe e fumo di sigaretta. Ma anche sulle attività sportive praticate e altre loro abitudini quotidiane.

Sorprendentemente l’80% dei giovani ha dichiarato di consumare bevande alcoliche. In particolare, 1278 giovani hanno dichiarato di aver partecipato ad almeno un “binge drinking” nell’ultimo anno e 715 nell’ultimo mese.

Ma questo consumo non avviene in quantità moderate, con i pasti, anche se la stessa Organizzazione Mondiale della Salute (OMS) lo sconsiglierebbe, ma periodicamente, ad esempio il sabato sera in compagnia di amici, tanto per vivere la sensazione dello “sballo” ovvero quello che viene chiamato “binge drinking”. Si tratta di bere in poco tempo, e lontano dai pasti, 4-5 unità di alcool.

Sottovalutati gli effetti sulla salute

Il consumo di alcool è responsabile di oltre 2,5 milioni di morte l’anno in tutto il mondo.

Secondo la World Health Organization (WHO) nel mondo mediamente il 4,1% delle persone fa abuso di alcool e tale percentuale è più elevata nei Paesi più industrializzati. Il fenomeno si sta diffondendo in modo crescente anche tra i giovani. Un’abitudine deleteria che nel nostro Paese si è osservata nell’ultimo decennio. Una unità alcolica equivale a 12,5 grammi di etanolo (alcool puro) corrispondente alla quantità di alcool presente in un bicchiere di vino (125 ml) o in una lattina di birra (330 ml) o in un bicchierino di superalcolico (30 ml). I ragazzi non si limitano ad una sola unità alcolica ma, in un pomeriggio o una serata, ne bevano 4-5.

Quella che può sembrare una bravata tra giovani è un fattore predisponente la dipendenza da alcool in età adulta e l’instaurarsi di patologie che poi questi giovani si porteranno dietro negli anni.

Da questa indagine la cosa più sorprendente che è emersa è la totale inconsapevolezza dei giovani verso i rischi che correvano. Hanno dichiarato di non aver mai sentito parlare che bere saltuariamente degli alcolici potesse causare loro gravi danni negli anni avvenire.

Nel gruppo di giovani preso in esame, il 11,6% dei soggetti aveva qualche disturbo associato all’uso di alcol. Di questi il 1,2% ha avuto una diagnosi da alcool-dipendenza e tutti erano avvezzi al “binge drinking”. Una chiara conferma della relazione diretta tra questa abitudine e la dipendenza. E l’alcool può essere non la sola cattiva abitudine. Spesso chi beve alcolici normalmente fuma anche e l’associazione tra alcool e fumo porta ad effetti sinergici negativi sulla salute con rischi per il fegato, il sistema cardiocircolatorio fino a malattie neoplastiche (tumori).