Stando a un recente studio pubblicato sulla rivista Sleep, la sonnolenza diurna potrebbe aumentare il rischio di essere colpiti dall'Alzheimer. Dalla ricerca è emerso che sentirsi assonnati durante il giorno, nel corso degli anni, si associa a un rischio triplo di sviluppare nel cervello accumuli tossici della proteina beta-amiloide, che viene ritenuta la causa di questa patologia neurodegenerativa.

Un test su un campione di volontari durato 16 anni

Lo studio ha preso in esame un gruppo di volontari, la cui Salute è stata monitorata per anni. Ai partecipanti è stato chiesto di compilare dei questionari che vertevano sulla qualità del sonno, su eventuali riposini nel pomeriggio e sulla presenza o meno di sonnolenza durante le ore diurne.

Molti anni dopo, parte del campione è stato sottoposto ad esami specifici per accertare se nel cervello vi fosse un accumulo anomalo della proteina beta-amiloide. In particolare alcuni partecipanti dopo 16 anni sono stati sottoposti alla Pet, un esame specifico, per individuare se nel cervello vi fosse la presenza di questa proteina tossica. Ebbene, è risultato che i partecipanti che nei questionari avevano dichiarato di provare sonnolenza nel corso della giornata, presentavano il rischio tre volte maggiore di avere depositi di questa proteina rispetto agli altri soggetti.

Ancora non risulta chiaro come possano essere correlati questi due fattori relativi alla sonolenza diurna e al maggiore rischio di sviluppare l'Alzheimer, tuttavia i ricercatori hanno ipotizzato due possibili spiegazioni. La prima è che sarebbero proprio i disturbi del sonno ad essere causa di questi accumuli della proteina beta-amiloide e