Per dimagrire siamo disposti a grandi rinunce, ma il solo ritardare la colazione ed anticipare la cena avrebbero degli incredibili effetti sul nostro peso corporeo. Secondo un recente studio pilota condotto dall'Università di Surrey, Gran Bretagna, basterebbe così poco, a parità di calorie introdotte con la dieta, per dimagrire più in fretta. Sappiamo bene come una Corretta alimentazione, a maggior ragione se si sta seguendo una dieta dimagrante, preveda il consumo di almeno tre pasti principali (colazione, pranzo e cena) e due spuntini, per mantenere sempre attivo il metabolismo ed evitare sgarri, vanificando i sacrifici fatti in precedenza.
Ma un aiuto in più nella perdita del peso corporeo potrebbe essere fornito da uno schema particolare di digiuno intermittente testato su un piccolo gruppo di volontari.
Dimagrire più in fretta con il digiuno intermittente
Si sente parlare spesso di cronodieta e dell'importanza non solo di quanto e cosa si mangia, ma anche di quando si mangia. Il digiuno intermittente consente alle persone di mangiare entro un determinato lasso di tempo breve e di digiunare per tutto il restante, senza la possibilità di introdurre alcun alimento. Ciò spingerebbe il nostro organismo a bruciare più in fretta i grassi per convertirli in energia. Esistono diversi schemi di digiuno intermittente, il più famoso dei quali è lo schema leangains o 16:8 (16 ore di digiuno alternate ad 8 entro cui vanno consumati i pasti) ideato dall'esperto di nutrizione e personal trainer Martin Berkhan, che avrebbe dimostrato la sua efficacia dimagrante da studi precedenti, l'ultimo dei quali condotto dall'Università dell'Illinois di Chicago nel 2018.
Il nuovo schema di digiuno intermittente messo a punto dall'Università di Surrey si basa sul ritardare la colazione ed anticipare la cena di 90 minuti, rispetto alle consuete abitudini, digiunando da dopo la cena fino alla colazione seguente. Ad esempio se siamo abituati a fare colazione alle 8 questa dovrà essere spostata alle 9:30; se siamo abituati a consumare la cena alle 20 questa andrà anticipata alle 18:30.
Ciò restringe di molto la finestra entro cui vanno consumati i pasti (in questo caso avremmo solo 9 ore entro cui mangiare e ben 15 di digiuno), ma i risultati sembrerebbero davvero sorprendenti.
Posticipare la colazione ed anticipare la cena di 90 minuti fa perdere il doppio del grasso
Variare i tempi dei pasti potrebbe aiutarci davvero a dimagrire con più facilità.
Alla metà dei 16 partecipanti è stato chiesto di posticipare e anticipare rispettivamente colazione e cena, di 90 minuti, l'altra metà ha continuato a mangiare secondo i propri orari. In entrambi i casi è stata seguita una dieta libera, senza particolari restrizioni. All'inizio e durante lo studio, durato 10 settimane, i ricercatori hanno raccolto campioni di sangue da ciascun partecipante. Alla fine della ricerca, i volontari hanno compilato un questionario, offrendo un feedback sui risultati e le impressioni finali. Il Dott Johnston e colleghi hanno scoperto che i volontari che avevano modificato gli orari di colazione e cena in media avevano perso più del doppio del grasso corporeo in eccesso rispetto a quelli che avevano continuato a mangiare negli orari consueti.
La ragioni del dimagrimento
Il dimagrimento di queste persone avrebbe delle spiegazioni molto semplici. Come riferito dagli stessi volontari, essere costretti a fare colazione più tardi e a cenare prima del solito (riducendo inevitabilmente le ore entro cui consumare i pasti) li avrebbe indotti a mangiare meno a causa della diminuzione dell'appetito. Inoltre il lungo digiuno imposto nella restante parte della giornata ha impedito ai volontari di concedersi spuntini serali. "Sebbene questo studio sia di piccole dimensioni, ci ha fornito preziose informazioni su come leggere modifiche ai nostri pasti possano avere benefici per i nostri corpi", ha osservato il Dott Johnston, principale autore dello studio."La riduzione del grasso corporeo diminuisce le nostre possibilità di sviluppare l'obesità e le malattie correlate, quindi è fondamentale per migliorare la nostra salute generale".
Tuttavia buona parte dei partecipanti (il 57%) ha dichiarato che difficilmente sarebbe stato disposto ad adottare tali abitudini per tempi più prolungati. Il programma sperimentale mal si conciliava con le loro attività lavorative ed impegni quotidiani. Il 43% ha invece accolto con entusiasmo i risultati ottenuti dichiarando che sarebbe stato felice di prendere in considerazione la possibilità di continuare a seguire questo schema dietetico, magari adattandolo alle proprie esigenze. Il Dott Johnston ha ammesso: "abbiamo visto con questi partecipanti, che le diete intermittenti sono difficili da seguire e che potrebbero non essere sempre compatibili con la vita familiare e sociale", concludendo che: "Dobbiamo quindi assicurarci che siano flessibili e favorevoli alla vita reale, affinché i potenziali benefici di tali diete siano evidenti." Prossimo obiettivo degli scienziati britannici sarà quello di estendere lo studio ad un più alto numero di partecipanti per confermare l'effetto dimagrante del loro schema dietetico. I risultati completi dello studio sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Journal of Nutritional Science.