La Francia sospende il corso di laurea in Omeopatia in attesa del via libera dalla HAS, l'autorità sanitaria d'Oltralpe. Questa la notizia che arriva dalla Facoltà di Medicina dell'Université Lille Nord de France che ha sospeso il corso di laurea in omeopatia per l'anno in corso, il 2018/2019. A confermare la notizia è proprio il rettore dell'Università francese, contattato in proposito dall'agenzia di stampa AFP.
Il provvedimento sospensivo è stato generato da un'inchiesta di Le Figaro che ha raccolto la testimonianza e la richiesta di molti medici francesi contrari all'omeopatia.
Una richiesta precisa, orientata ad approfondire quale fosse il gradimento nazionale in merito all'inquadramento dell'omeopatia e sul suo insegnamento, in un ampio ambito che includa sia la riflessione pedagogica sia quella scientifica. Questo quanto ha dichiarato il dottor Didier Gosset, come anche riportato sul profilo twitter della Facoltà stessa.
La Faculté de Médecine de Lille décide de suspendre son Diplôme d’Université d’homéopathie pour l’année universitaire débutante dans l’attente de la position de la H.A.S. et d’échanges nationaux sur l’encadrement de cette pratique et de son enseignement.
— medecine_Ulille (@medecine_Ulille) 31 agosto 2018
Le accuse all'omeopatia
Sin dagli albori della pratica, l'omeopatia ha diviso la comunità medico-scientifica in due schieramenti: da una parte i favorevoli ai trattamenti omeopatici, da soli o in accoppiata con le cure allopatiche accettate dalla medicina ministeriale.
Dall'altra parte, i detrattori dell'omeopatia per i quali le cure omeopatiche sarebbero solo "acqua fresca", poiché non sono scientificamente dimostrabili, né rigorose.
Sempre il dottor Gosset ha aggiunto che bisogna ammettere come, proprio insistendo sul rigore scientifico assoluto e su una medicina fondata sulle prove, pare che l'omeopatia non abbia seguito di pari passo lo sviluppo della medicina convenzionale, tanto da apparire come una "dottrina che è rimasta ai margini del movimento scientifico".
Un'accusa dura da digerire per i medici omeopati francesi e non, sui quali è stata rincarata la dose: "Gli studi sull'omeopatia sono rari e non sembrano molto solidi", ha aggiunto il professore, tanto che ci si chiede se mantenere un insegnamento del genere all'università significhi, di fatto, avallarlo. Una presa di posizione netta e immobilizzante, che suona come un'onta per i medici e rappresenta un'avvisaglia per tutti gli operatori sanitari che, in tutto il mondo, praticano trattamenti omeopatici.
Il dibattito
Tutto è iniziato con una forte fibrillazione innescata dai membri del personale medico deliberatamente contrarii all'omeopatia che, a metà marzo scorso, sul giornale Le Figaro, si erano espressi con parole al vetriolo in un editoriale che aveva gettato le prime basi del provvedimento poi eseguito dall'Università di Lille. Un preoccupante focolaio, questo, sorto proprio in Francia, paese pioniere e leader mondiale nelle preparazioni omeopatiche e nell'impiego dell'omeopatia come cura che gode, anche se parzialmente, dell'assicurazione sanitaria pubblica.
Ad aizzare tutta la polemica è stata la scarsa fiducia verso le cosiddette "medicine alternative" di cui la Francia è sostenitrice da sempre: omeopatia, fiori di Bach, fitoterapia, medicina ayurvedica, e persino agopuntura et similia.
I medici francesi si sono scagliati proprio contro il proliferare incontrollato nel loro Paese delle medicine alternative a vario titolo, complice una regolamentazione sanitaria ritenuta di mano larga dai suoi detrattori. Una regolamentazione eccessivamente naïf che consentirebbe l'utilizzo di cure, o presunte tali, inefficaci per i pazienti. Da qui il secco "niet" al contributo pubblico sanitario per il sostegno a questo genere di medicina: il contributo della sanità francese per i prodotti omeopatici, che va dal 30% fino al 90%, dovrebbe essere rimosso e i soldi risparmiati dovrebbero essere dedicati al potenziamento delle strutture sanitarie pubbliche e delle cure allopatiche.
Medicina di ciarlatani o medicina olistica?
I medici firmatari, parlando dell'omeopatia, definiscono coloro che la praticano come "ciarlatani di ogni genere" che sfruttano la professione medica cercando "la garanzia morale" conferita dalla credibilità del titolo di dottore con il fine, invece, di "promuovere le terapie false con efficacia illusoria". La risposta dei medici omeopati che guardano a una visione olistica dell'uomo non si è fatta attendere ed è arrivata con una denuncia presentata al Consiglio dell'Ordine dei Medici. Una querelle di difficile soluzione che ha portato ad un provvedimento drastico. Palla al centro, la parola passa adesso all'autorità.
Il ministero della Salute francese ha, infatti, chiesto alla HAS di indagare e valutare l'efficacia dei trattamenti omeopatici e dell'omeopatia in generale, al fine di dirimere la questione del rimborso dei medicinali omeopatici a carico del servizio di sanità pubblica. Il pronunciamento della HAS è previsto per febbraio prossimo, e si prevede una decisione che potrà indirizzare non solo la sanità francese, ma anche quella europea.