Uno studio giapponese ha scoperto che nel tuorlo d'uovo esisterebbero degli elementi in grado di contrastare la calvizie. I ricercatori sono partiti dall'osservazione che nei polli appena 14 giorni dopo la schiusa comincia già a prendere forma il piumaggio, per cui hanno ipotizzato che l'uovo di gallina contenga un fattore indispensabile per la crescita dei capelli. Partendo da questa osservazione hanno scoperto che alcuni peptidi idrosolubili presenti nel tuorlo d'uovo sono in grado di stimolare la produzione di Vegf, ovvero il fattore di crescita endoteliale vascolare e al contempo stimolano la crescita delle cellule della papilla dermica del follicolo pilifero.

In effetti l'utilizzo del tuorlo d'uovo da impiegare sotto forma di impacco sulla chioma per rinforzarla e renderla più lucente è un vecchio rimedio della nonna, che come dimostrato da questa ricerca, può trovare impiego anche come rimedio utile per contrastare il diradamento dei capelli. Insomma lo studio ha approfondito e perfezionato, grazie agli strumenti moderni della ricerca scientifica, quel che le nostre nonne con la loro sagacia avevano già intuito ai loro tempi. D'altronde la perdita della chioma, soprattutto se avviene in giovane età, può minare l'autostima, comportando quindi degli effetti negativi sul piano psicologico.

Calvizie: la scoperta tutta italiana

In tema di calvizie recentemente vi è stata un'altra scoperta derivante da uno studio italiano.

Giovanni Schiavone, responsabile dell'unità di medicina rigenerativa presso l'Idi di Roma, ha messo a punto una nuova terapia anti-calvizie che funziona nel seguente modo. Dopo aver effettuato un prelievo di sangue al paziente, i ricercatori attraverso l'emoconcentratore hanno ottenuto un sangue ricco di globuli bianchi, fibrina e pastrine.

Tale composto viene quindi iniettato nelle zone glabre sul capo del paziente. Questa tecnica risulta priva quasi del tutto di effetti collaterali, se si eccettuano bruciore e gonfiore nella sede dell'iniezione che si risolvono spontaneamente nel giro di 48-72 ore. L'effetto sulla crescita dei capelli deriva proprio dall'utilizzo dell'emoconcentarore, che riattivando il follicolo pilifero è in grado di promuovere la ricrescita del capello.

La tecnica ha portato alla ricrescita dei capelli nell'80% dei pazienti che presentavano l'alopecia androgenetica, la comune calvizie che colpisce gli uomini.

Calvizie: i farmaci impiegati

I farmaci attualmente utilizzati per contrastare l'alopecia androgenetica sono il Minoxidil e la Finasteride. Riguardo al primo si tratta di un medicinale che veniva impiegato inizialmente per il trattamento dell'ipertensione arteriosa. Il farmaco è presente sul mercato dal 1986. Fondamentalmente aumenta il diametro e la lunghezza dei capelli. La Finasteride invece blocca la 5-alfariduttasi di tipo 2, ovvero inibisce la trasformazione del testosterone in diidrotestosterone, che è causa del progressivo assottigliamento dei capelli.