I bambini che vivono in quartieri con aree verdi hanno benefici quanto a memoria di lavoro spaziale. A suggerirlo uno studio pubblicato sul British Journal of Educational Psychology, dopo un esperimento che ha coinvolto 4758 bambini di 11 anni d'età. Sembra una correlazione curiosa, ma è l'argomento di una ricerca scientifica che precisa come sia la memoria di tipo spaziale quella a trarre beneficio dal vivere in quartieri ricchi di verde. La memoria spaziale, fortemente legata al controllo dell’attenzione, ci consente di registrare informazioni sull’ambiente e di orientarci nello spazio.

I bambini osservati vivevano in aree cittadine in Inghilterra, con diverse concentrazioni di verde urbano e si è visto che meno spazi verdi si avevano a disposizione, minore risultava la prestazione di quel tipo di memoria. Nessuna influenza, invece, è stata determinata dalla tipologia di quartiere, ovvero povero o benestante. I neuroscienziati che hanno partecipato allo studio si aspettavano che la memoria spaziale potesse essere influenzata dalla quantità di spazio verde, in primo luogo perché esso è correlato ad una maggiore probabilità di esplorazione dell'ambiente ed, inoltre, i parchi e i giardini attirano l'attenzione dal basso verso l'alto e le persone si concentrano meglio dopo aver passato un po' di tempo a contatto con la natura.

Il verde e la natura, in definitiva, hanno un impatto favorevole sul funzionamento cognitivo, di cui la memoria spaziale è una delle abilità.

Memoria spaziale e matematica

L'aumento delle capacità mnemoniche è correlato con il buon rendimento scolastico, soprattutto in matematica. La dottoressa Eirini Flouri afferma, quindi, che i risultati della ricerca potrebbero essere utilizzati sia nel campo dell'istruzione sia in quello della pianificazione urbana.

Esiste qualche critica a queste conclusioni, come quella mossa dal neuroscienziato italiano Alessandro Treves, secondo cui la correlazione tra fattore socio-geografico e capacità cognitiva, presentata dagli autori dello studio, è interessante ma non definitiva, in quanto probabilmente influenzata dalle diverse esperienze di vita dei bambini e da miriadi di altri fattori.

Treves però è in accordo con lo studio per quanto riguarda l'importanza dei fattori ambientali: ricerche pregresse sui roditori, ha detto il neuroscienziato, hanno mostrato come la condizione fondamentale per osservare "cellule a griglia" nei ratti adulti sia la loro crescita in un ambiente ricco di oggetti da esplorare e giochi da fare. Queste cellule sono particolari neuroni che codificano la posizione dell’animale nello spazio.